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martedì 18 giugno 2024

Scrutazione dei cuori

(Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli)


Don Bosco fu generoso con Dio e Dio fu generosissimo con lui. Quanti carismi arricchirono il Santo Torinese! Ebbe anche la scrutazione dei cuori, cioè il potere di leggere nella coscienza altrui. Questo dono straordinario era di pubblica ragione. Per questo molti accorrevano al suo confessionale. Diceva Don Bosco: - Presentatemi un giovane, che mai io abbia conosciuto, e vi so dire ciò che ha fatto dall'uso di ragione in poi... Leggo le coscienze, come leggo un libro.  

Lo scrivente riferisce un colloquio personale. C'era nella mia Comunità Religiosa un Salesiano, certo Don Angelo Lovisolo, il quale era stato con il Santo negli anni giovanili. Gli chiesi:  
- Quando lei era con Don Bosco, andava da lui a confessarsi?  
- Mi confessai per circa otto anni. Tutti volevamo confessarci da lui.  
- Ma, nelle feste, nelle circostanze solenni, come poteva Don Bosco ascoltare tutti?  
- Soleva fare così: Confessava dietro l'Altare Maggiore; ascoltava noi ragazzi sino al momento della Comunione; poi si alzava e diceva: Coloro che tocco, possono andare a comunicarsi; gli altri aspettino e si confessino. Dava uno sguardo rapido e poggiava la mano sulla nostra testa. Quando Don Bosco ci aveva toccati, eravamo sicuri di essere in grazia di Dio, sapendo che lui leggeva nei cuori. 

[...]

Riferisce Don Francesco Provera, che fu molto tempo nell'Oratorio di Valdocco: 
Un giovane s'avvicinò a Don Bosco, dicendo: - Mi dia un consiglio!  
- Quale consiglio vuoi?  
- Un consiglio che riguardi l'anima mia.  
- Ebbene, ascolta: Sono tre anni e mezzo che tu sei in peccato mortale.  
- Oh, possibile! Se io vado sempre a confessarmi da Don Savio!  
- Eppure è così! Senti... E gli parlò di circa cinquanta peccati, che egli aveva sempre taciuti in Confessione. Ad ogni peccato che Don Bosco gli ricordava, il giovane confuso rispondeva: - Si, è vero, l'ho commesso e non l'ho confessato.  Terminò con promettere che si sarebbe accusato di tutto. 

[...]

Testimonia Don Bonetti: 
Un giovane aveva già parecchie volte taciuto un grave peccato in Confessione. Sentendo il tormento della coscienza, determinò di fare una Confessione generale e scelse per confessore Don Picco. Gli manifestò le sue colpe, ma giunto a quel peccato, già altre volte taciuto, non osò palesarlo. 
Dopo due giorni l'incontrò Don Bosco, lungo le scale, e gli disse: 
- Quando verrai a fare la tua Confessione generale?  
- L'ho già fatta!  
- Oh, stai un po' quieto!  
- Si, sì, l'ho fatta ieri l'altro da Don Picco. 
- No! Non hai fatto alcuna Confessione generale! Dimmi un poco: Perché hai taciuto quel tale peccato... così e così?  
Il povero giovane abbassò il capo, ruppe in pianto ed andò subito a fare una buona Confessione.  

[...]

Lo stesso Don Bosco racconta: 
Sul principio dell'anno venne accettato nell'Oratorio un giovane e la prima volta che mi parlò, disse: - Veda che io non voglio farmi Prete! Obbligano qui a farsi Prete?  
- No; se non c'è la grazia speciale della vocazione, non si permette di vestire l'abito chiericale.  
- Ancorchè io avessi la vocazione, non voglio che mi facciano Prete.  
Qualche tempo dopo si trattava di confessarsi e voleva andar da qualche Sacerdote sconosciuto, o dai Frati del Monte o alla Consolata. Gli dissi: - Ti lascio andare volentieri, solo manderò qualcuno ad accompagnarti, ma con un patto!  
- Quale?  
- Ti faccio andare, col patto che tu manifesti al Confessore questo peccato e quest'altro! - e glieli indicai.
Il giovane restò meravigliato al sentirsi manifestare quei due peccati che egli non aveva mai confessati e mi rispose:  
- Non c'è più bisogno che io vada a confessarmi altrove, essendo appunto questi i peccati che non avevo in animo di confessare qui, nell'Oratorio.  
Al presente, che siamo quasi a metà d'anno, quel giovane è uno dei più animati per farsi Prete. 


[Brano tratto da "Un prete straordinario", di Don Giuseppe Tomaselli].