Per contattarmi: cordialiter@gmail.com


Se il blog ti piace e desideri aiutarmi affinché possa dedicare il tempo necessario per continuare ad aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una libera donazione. Per info: clicca qui.


Visualizzazioni totali

mercoledì 24 luglio 2024

Eccellenza della Santa Messa

Dagli scritti di Don Giulio Barberis (1847 - 1927), seguace e collaboratore di San Giovanni Bosco.


La santa Messa è il gran sacrificio della nuova legge, che comprende in se stessa e supera infinitamente in dignità ed efficacia tutti i sacrifizi della legge antica. Da essa ci provengono i doni e le grazie più segnalate. Essa è quel vero tesoro nascosto, quella vera perla preziosa, che comprende in sè ogni bene. San Leonardo da Porto Maurizio (Il tesoro nascosto) dice che: «La Messa è il sole della cristianità, l’anima della fede, il centro della religione cattolica, dove mirano tutti i riti, tutte le cerimonie, tutti i sacramenti della medesima; insomma è il compendio di tutto il buono e di tutto il bello che si trova nella chiesa di Dio ». E San Francesco di Sales nella sua Filotea parlando della santa Messa si esprime così: « Il santo sacrificio dell’altare è, tra le varie altre pratiche di pietà, ciò che è il sole tra gli astri; poiché essa è veramente l’anima della pietà, il centro della religione cristiana, al quale sono subordinati tutti gli altri misteri e tutte le altre leggi della medesima. Esso è il mistero ineffabile della divina carità, per mezzo del quale Gesù Cristo si dà realmente a noi, e ci colma delle sue grazie d’un modo altrettanto amabile che magnifico ».

Bisogna conoscere questo tesoro.

Ma i tesori, per grandi e preziosi che siano, non sono mai apprezzati, se prima non sono conosciuti. Or ecco perchè da molti non si ha la dovuta stima del sacrosanto sacrificio della Messa: perchè, sebbene sia questo il più gran tesoro che illustri ed arricchisca la Chiesa di Dio, è però un tesoro poco conosciuto, e può dirsi un tesoro nascosto. Oh se da tutti fosse conosciuta questa gioia di paradiso! Conviene pertanto che ogni novello Salesiano, e tu in particolare che con tanta attenzione mi segui, sia ben istruito su quanto riguarda questo eccelso sacrificio, e che ne venga a conoscere non solo l’essenza ma anche le particolarità, poiché ogni cerimonia nella Messa ha significazioni mistiche di grande importanza. Seguimi perciò con tutta l’attenzione.

Perchè si dice « Messa ».

L’angelico San Tommaso c’insegna che la parola latina missa corrisponde alla parola oblazione ossia offerta. E si dice Messa, soggiunge questo grande dottore, perchè il sacerdote per mezzo degli angeli manda, ossia, offre le preghiere a Dio, e il popolo le manda per mezzo del sacerdote; o anche meglio perchè Gesù Cristo è ostia da noi mandata ed offerta all’Eterno Padre. Perciò in fine della Messa il diacono licenzia il popolo dicendo Ite, missa est: andatevene, perchè già l'ostia propiziatoria e l’ambasceria nostra per mano del sacerdote si è mandata al Signore; si è al Signore offerta (3 p. q. 83 art., 4, ad 9).

È lo stesso sacrificio del Calvario.

La principale eccellenza del sacrosanto sacrificio della Messa sta in questo, che l’oblazione che quivi si fa è il corpo ed il sangue santissimo di un Dio umanato, cioè è lo stesso, lo stessissimo che si offerse sul Calvario. E benché ministro di tale oblazione sia un uomo misero ed abbietto, il principale offerente però è quel medesimo Gesù Cristo, che già offerse se stesso vittima propiziatoria sull’altare della croce. Tra l’offerta fatta all’eterno Padre sul Calvario e l’offerta che si fa sui nostri altari, non vi è che questa differenza: che sulla croce Gesù si offerse spargendo il suo sangue, per cui il sacrificio si dice cruento; e sull'altare si offre senza spargimento del sangue, per cui il sacrifizio si dice incruento. O con altre parole, sulla croce Gesù si offerse all’eterno Padre morendo, qui non muore perchè non può più morire. Nella Messa dunque quanto alla sostanza è il medesimo Cristo, uomo e Dio, che spontaneamente si offrì sulla croce; la differenza sta solo nel modo di fare l’offerta. Il sacrificio della croce poi si fece una volta sola; e in quella volta sola soddisfece pienamente per tutti i peccati del mondo. Quello dell’altare si può replicare infinite volte, e fu stabilito per applicarci in particolare quel pagamento universale che Gesù Cristo sborsò per noi sul Calvario. Sicché il sacrificio cruento fu il mezzo della redenzione, e l’incruento ce ne pone in possesso. L’uno ci apre l’erario dei meriti di Cristo Signor nostro, e l’altro ce ne dà l’uso. Bisogna però che tu avverta bene, che nella Messa non si fa una sola rappresentazione o una semplice memoria della passione e morte del Redentore; ma si fa in qualche vero senso quella stessa azione sacrosanta che si fece sul Calvario. E si può dire con tutta verità che in ogni Messa il nostro Redentore torna a morire per noi misticamente. Non è come avviene ogni anno nel dì del Natale, quando si rappresenta dalla chiesa la nascita del Salvatore, ma non è già vero che in quel giorno Egli nasca; o come nel giorno dell’Ascensione e della Pentecoste che si rappresenta la salita di Gesù al cielo e la discesa dello Spirito Santo in terra, ma non è già vero che il Signore in quel giorno salga al cielo e lo Spirito Santo visibilmente discenda in terra! Nella Messa non vi è una semplice rappresentazione, ma si fa incruentemente lo stesso sacrificio che si fece sulla croce con lo spargimento del sangue, cioè il sacrificio si effettua realmente. Quello stesso Gesù Cristo che si offrì sul Calvario, si offre ora nella santa Messa; solo il modo è diverso.


[Brano tratto da "Il Vade mecum dei giovani salesiani" di Don Giulio Barberis, SEI, Imprimatur: Taurini, die 18 julii 1931, Can. p . Franciscus Paleari].