Consumato dalla tisi, conseguenza dei suoi disordini, a soli 23 anni, un giovane andava lentamente spegnendosi fra l’angoscia dei suoi parenti che inutilmente avevano tentato tutte le vie per indurlo a ricevere, prima di morire, i SS. Sacramenti.
Da ragazzo, trovandosi in collegio, aveva con molta pietà praticato la devozione dei nove primi venerdì in onore del SS. Cuore; ma poi, abbandonata la Chiesa e i Sacramenti, si era dato ad una vita scandalosa. Dapprima impiegato in una Banca consumava nei disordini e negli stravizi quanto guadagnava, e poi lasciava la patria per recarsi in Inghilterra, dove, per vivere, faceva il cameriere. Finalmente, dopo varie peripezie, colpito dal male che doveva condurlo alla tomba faceva ritorno in seno alla sua famiglia.
Povero giovane! Con la coscienza aggravata da tanti peccati, stava ormai per precipitare nell’abisso della sua estrema rovina, e non solo non pensava di porvi rimedio con un sincero ritorno a Dio, ma respingeva sdegnosamente l’invito che anime buone gli andavano rivolgendo. Vegliava però sopra di lui quel Cuore misericordiosissimo di Gesù che ha promesso di essere la salvezza di quelli che praticano la devozione dei nove venerdì, e non poteva andar perduto.
Un sacerdote, suo antico compagno di collegio, sotto il titolo dell’amicizia, mosso certamente dal Cuore dolcissimo di Gesù, ottenne di potergli fare una visita e in bel modo cercò di persuaderlo a mettersi in pace con Dio.
– Se non hai altro da dirmi – l’interruppe il povero moribondo – puoi andartene… Come amico, sì, ti ricevo, ma come prete no, no; va via, non voglio preti…
Il ministro di Dio cerca di soggiungere qualche parola buona per calmarlo, ma invano.
– Finiscila, ti ripeto; non voglio preti… vattene! – Ebbene, se proprio vuoi che me ne vada, ti saluto, mio povero amico! – e s’avvia per uscire.
Ma mentre stava per varcare la soglia della camera rivolse ancora uno sguardo di compassione al morente, dicendo: – Sarà questa la prima volta che non si verificherà la « Grande Promessa » del S. Cuore!…
– Che dici? – replicò con voce più calma il moribondo. Ed il pio sacerdote, ritornando presso il letto: – Dico che sarebbe la prima volta che non si vedrebbe compiuta la « Grande Promessa » fatta dal S. Cuore di Gesù, di concedere una buona morte a quelli che in vita hanno fatto una novena di Comunioni nei primi venerdì del mese.
– E che c’entro io con questo?
– Oh, che c’entri? E non ricordi, caro amico, che in collegio abbiamo fatto insieme queste Comunioni dei primi venerdì? Tu allora le hai fatte con sincera devozione, perché allora tu amavi il S. Cuore di Gesù: e vorresti ora resistere alla sua grazia, con cui ti invita al perdono con misericordia infinita?
Mentre questi parlava, l’infermo piangeva, e quando ebbe finito gli disse singhiozzando: – Amico aiutami! aiutami tu: non abbandonare questo povero disgraziato! Va a chiamare uno dei Cappuccini della Chiesa qui vicina.
Ricevette con edificante pietà i SS. Sacramenti e spirò qualche giorno dopo benedicendo quel Cuore pieno di tanta misericordia che gli dava così un segno certo di eterna salvezza.