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martedì 31 dicembre 2024

La devozione verso le anime purganti soddisfa i peccati, e ci abbrevia o libera dalla pena

[Brano tratto da "Il mese di novembre santificato, ossia la divozione verso le anime del Purgatorio promossa per via di brevi considerazioni e scelti esempi",  Tipografia dell'oratorio di San Francesco di Sales, 1869].


Le opere che facciamo a vantaggio dei morti non servono direttamente a pagare i nostri debiti verso la divina giustizia; ma la carità, che ci spinge a farle, contiene una specie di soddisfazione molto più perfetta di quel che c'immaginiamo, perchè la carità aumenta di molto il merito; e la soddisfazione essendo sempre proporzionata al merito, secondo il celebre teologo Vasquez, possiamo dire che l'opera, la quale merita un alto grado di gloria, merita pure l'intera remissione o diminuzione considerevole della pena che sospende il godimento della gloria. La nostra carità per i morti può divenire un atto eroico di amore verso Dio, quando provenga da zelo ardente di procurarne la maggior gloria, ed allora tale atto può liberarci interamente dalla pena dovuta ai nostri peccati. Ma, senza badare alle considerazioni ricavate dalle disposizioni che accompagnano necessariamente la nostra carità per le anime purganti, non è cosa certa, che quand'anche ci restasse da espiare moltissimo in morte, dobbiamo aspettarci ogni cosa sia dalle anime sante, sia dagli angeli e da Maria SS.? Non dobbiamo forse sperare il tutto dalla bontà di Gesù Cristo? E' impossibile che anime, a cui avremo aperto più presto le porte del paradiso, ci possano dimenticare quivi giunte; il loro amore e la riconoscenza verso di noi le porteranno ad intercedere presso il Signore, al fine d'ottenerci una tale contrizione in morte che valga a liberarci dal purgatorio o ad abbreviarcene molto la durata; ovvero ispireranno ai notai superstiti di pregare molto per noi, finché siamo liberati noi pure. Gli angeli loro custodi, i loro santi patroni e tutti gli altri santi, con a capo la loro Regina, non lasceranno neppur essi di valersi dei servizi resi ad anime la cui felicità li rallegra tanto; e siccome i beati sono riconoscentissimi, nulla risparmieranno per compensare la nostra carità. In fine, Gesù Cristo ci assicura «che terrà come fatto a sè quanto faremo a favore del minimo dei suoi fratelli» (s. Matteo XXV, 40), e che «se daremo, ci sarà data una misura pigiata, scossa e colma» (s. Luca VI, 38). Se dunque noi diamo tutto il frutto delle nostre opere soddisfattorie per liberare in qualche modo nostro Signore Gesù Cristo stesso da quelle fiamme, non darà egli a noi il frutto dei suoi sudori e dei suoi patimenti? e Dio, la cui gloria avremo procurata, non s'affretterà egli di farci partecipi dell'eterna felicità? 

Assicuriamoci del non esserci mezzo migliore per esimerci dal purgatorio, o per abbreviarcene la durata, dell'offrire la soddisfazione delle nostre opere ai fedeli defunti. In tal modo «compreremo molte cose con piccola spesa» Aggiungiamo che molti andranno debitori alle sante anime dell'esenzione dal fuoco dell'inferno; e che sarebbero andati eternamente perduti se quelle anime riconoscenti non avessero ottenuto loro grazie per vincere le tentazioni, o per fare penitenza dei loro peccati, e gli altri soccorsi necessari a ben vivere e a ben morire. 

FIORETTO SPIRITUALE. — Affinché tu intenda quanto mi sia accetta la tua carità per le anime purganti, ti rimetto fin d'ora tutte le pene che ti fossero riservate. (Parole di N. Signore a s. Gertrude).