La Dottrina Cattolica insegna che il matrimonio è il sacramento che unisce indissolubilmente gli sposi (un uomo e una donna) e gli conferisce la grazia di vivere santamente assieme e di educare cristianamente la prole.
Il fine primario del matrimonio consiste nella procreazione ed educazione cristiana della prole.
I fini secondari sono:
1) l'aiuto reciproco che gli sposi si danno in campo spirituale e materiale;
2) avere un onesto rimedio alla concupiscenza della carne.
Il fine primario è essenziale, pertanto se un nubendo intende deliberatamente escluderlo, il matrimonio è nullo. Infatti con il matrimonio lo sposo e la sposa si scambiano a vicenda il diritto irrevocabile ed esclusivo sui loro corpi per fini riproduttivi. Pertanto chi desidera sposarsi non può avere l'intenzione di escludere di cedere al futuro coniuge il diritto ad utilizzare il proprio corpo per procreare la prole. Tuttavia è lecito rinunciare a esercitare questo diritto, purché entrambi i coniugi siano d'accordo. Per sintetizzare: la cessione al coniuge del diritto sul proprio corpo per fini procreativi è necessaria per la validità del matrimonio, però è lecito rinunciare ad esercitare questo diritto, purché i coniugi siano tutti e due favorevoli a vivere in castità. Questo tipo di matrimonio nei tradizionali manuali di Teologia Morale è chiamato “matrimonio di San Giuseppe”.