Ludovico Strambi era un padre disamorato, che viveva ad Arezzo. Abbandonata la moglie ed i figli, si era dato in preda ad ogni vizio, ed aveva estinto nel suo cuore ogni senso di affetto per tutto ciò, che di più caro l'uomo possa avere al mondo. Quel patrimonio, che ogni padre di famiglia cura, se non di avanzare, certo di conservare per i propri figli, egli aveva sprecato in divertimenti, in giuochi e pranzi; e non curante dell'avvenire dei figli, era divenuto la croce della sua famiglia. La corruzione del cuore aveva fatto salire all'intelligenza i vapori del dubbio e della incredulità, e non dubitava gettare sulle verità più incontrastate la pietra della negazione, e sulle pratiche della Chiesa e della pietà la polvere della calunnia ed il fango dell'empietà. La povera sposa, esaurita ogni buona maniera, era ricorsa alla protezione di Maria, e una lampada ardeva in un luogo recondito della casa innanzi ad una immagine della Vergine, perché le tornasse al seno il suo amato sposo. Un giorno era andato ad una partita di caccia presso Cortona, quando si copre il cielo di nuvoli, guizza spesso il lampo, romba il tuono, ed una tempestosa pioggia vien giù a catinelle. Non trovando riparo per la campagna, corre sino a Cortona e si ricovera presso un'osteria. Là sciala e sbevazza coi suoi compagni imprecando al cielo, che gli aveva interrotto il piacevole divertimento. Quando, chetata la pioggia, e fattosi sulla porta, vede molta gente andare raccolta per una strada. Chiede all'oste la ragione di ciò, e viene a sapere, come in una chiesa della città si era incominciato un corso di sante Missioni. Ludovico, mosso da curiosità e dalla voglia di cavarne argomento alle sue berte, s'avanza a quella chiesa, vi entra, e sta lì ad ascoltare la predica. In quella sere il predicatore trattava la grande e terribile verità dell'inferno, atta da sé sola a scuotere le anime indifferenti e sonnacchiose nel peccato. Lo Strambi ascoltò tutta la predica, la quale finita, entrò in sagrestia chiedendo di conferire col predicatore. Questi, sebbene stanco, si prestò volentieri a contentare lo sconosciuto, che così prese a dirgli: Padre, ho ascoltato con attenzione la vostra predica sull'inferno. L'ho trovata buona per i gonzi, che son facili ad ingoiare tutto ciò che i preti sballano dalla cattedra cristiana. Ma a me, che non sono del maggior numero, le vostre cantilene non garbano punto. Vorrei, che mi provaste con sodi argomenti l'esistenza dell'inferno e l'eternità delle pene, che, secondo voi, soffrono nell'altro mondo. Il P. Missionario, ch'era uomo tutto di Dio, ed all'aspetto ed alle parole conobbe con chi aveva da fare, sorridente e pieno di dolcezza, per nulla imbarazzato dalle parole del forestiero, così prese a dirgli: Ma voi ci credete, caro signore; né c'è d'uopo sciorinare prove ed argomenti a convincervi, voi mi parlate dell'inferno perché ne provate paura; e le cose che non esistono, le ombre non hanno mai intimorito persona ragionevole. È vano il ripiego della passione, la quale per allontanare questo spettro, che funesta ogni vita spensierata, ricorre all'inutile spediente della incredulità. L'inferno esiste purtroppo, ed è opera dell'amor di Dio, che con quell'eterno castigo ci atterrisce dal peccato per tirarci a lui.
Alla vostra fede c'è un po' di nebbia, che ha sollevato la passione; diradarla è cosa di poco conto, e potete farlo adesso, acconciandovi nell'anima con la confessione, ed implorando l'aiuto della Vergine, ch'è rifugio dei peccatori. Anzi v'invito a recitare con me un’Ave a Nostra Signora, perché vi aiuti in questa santa impresa. Ludovico Strambi, quasi ammaliato dalla soavità del Missionario, cadde ai suoi piedi, e recitò pieno di compunzione l'Ave Maria, e con gli occhi molli di pianto chiese di confessarsi. L'ora di Dio era sonata, e lo Strambi si levò dal tribunale di penitenza mutato di cuore e saldo nel proposito di emendarsi dei suoi vizi. Tornò ad Arezzo, alla sua cara famiglia, ma quanto mutato nell'anima! La parola di Dio lo aveva convertito ed aveva ridonato un padre amorevole ed uno sposo virtuoso a quella famiglia, che aveva impetrato questa grazia dalla potenza di Maria.