Oltre "all'unico pasto" è consentito prendere un po' di cibo anche al mattino (secondo l'autorevole "Sommario di Teologia Morale" del 1951, dappertutto, oltre alle bevande, a colazione sono concessi 70 grammi, ma in certi luoghi anche di più), e alla sera (sono consentiti 250 o 300 grammi).
All'infuori di queste refezioni consentite, chi senza giustificazione mangia meno di 120 grammi di cibo commette peccato veniale, chi ne mangia di più commette peccato grave (cfr. "Compendio di Teologia Morale" di Padre Eriberto Jone).
Per quanto riguarda l'astinenza dalle carni, attualmente questa legge obbliga dai 14 anni. Il dotto moralista cappuccino Padre Jone (1885-1967) ritiene che chi mangi carne per meno di 60 grammi commetta colpa veniale, ma chi ne mangi di più commetta colpa grave. Nei venerdì non di Quaresima la vigente normativa ecclesiastica in vigore in Italia consente di sostituire l'astinenza dalle carni con un'altra opera buona (penitenza, preghiera, opera di carità).
Sono scusati dall'osservanza della legge del digiuno gli infermi, i convalescenti, i deboli, coloro che fanno lavori faticosi e tutti coloro che, osservandola, ne subirebbero un "grave incomodo".