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giovedì 14 agosto 2025

Maria Santissima desidera vivamente che noi facciamo la morte dei giusti

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Maria Santissima desidera vivamente che noi facciamo la morte dei giusti. Ascoltate: Un giovane di nobile famiglia, per le malvagie compagnie e perverse letture, datosi ai piaceri della vita e soprattutto al gioco, fuggì dalla sua famiglia e in poco tempo si ridusse alla più squallida miseria. In causa ai vizi perdette ancora la salute in modo, che dopo aver ramingato per gran parte di Europa, sfinito di forze e ormai prossimo alla morte giunse in un albergo di Roma. Quando all’improvviso, dopo pochi giorni, giunge all'albergo medesimo una dama di provetta età, accompagnata da un servo e da una cameriera; chiede del nome e del cognome del giovane signore, sale all'appartamento, ove egli ha stanza, vi entra, e di balzo gli si getta al collo e con amoroso furore lo abbraccia esclamando fra i singhiozzi: Carlo mio, Carlo mio!... Il giovane in quella stretta sì affettuosa e così inaspettata non sa rispondere se non queste parole: Mamma, voi qui? come? possibile? voi! ... Sì, era la madre di Carlo! Saputolo a Roma dopo tante traversie, e saputolo altresì rifinito di salute, perdonando a tutti i suoi trascorsi, lo volle raggiungere ad ogni costo per soccorrerlo, e quello che è più, per provvedere agli interessi della sua povera anima. Passato qualche giorno infatti, l'amorosa madre non esita di intavolare discorsi di religione e di sacramenti col povero Carlo. Un certo D. Pio, antica conoscenza di Carlo, si reca a visitarlo, e Carlo lo riceve con tutta cavalleria e gentilezza; ma quando si arriva al punto dei Sacramenti, il giovane si indispettisce e lo licenzia. Torna la madre con amorosa insistenza, ma Carlo dando nelle furie prende una pistola e: “Mamma, esso esclama, non mi si parli più di Sacramenti altrimenti fin da questo momento mi brucio le cervella... - Fermati, figlio mio! Non ti parlerò più di questo .... Che resta a fare a questa povera madre? Correre in chiesa, e a piedi di Maria rifugio dei peccatori sfogare il suo dolore e le sue speranze. Si celebrava infatti in quei dì il mese Mariano, e non una volta sola la pia dama nella chiesa di S. Andrea delle Fratte aveva fatto pregare per la conversione di un peccatore. Progrediva intanto il male, e Carlo si avvicinava a grandi passi agli estremi della vita. Fattosi più mansueto, discorre più volentieri con sua madre, e questa con molto sentimento e commozione si fa coraggio per dirgli: Carlo mio, vorrei da te un regalo ... un ricordo .... sono certa che nulla negherai a tua madre, che è venuta ad assisterti in tante tue sofferenze ... - Che ricordo chiedi, mamma? risponde Carlo. - Regalami la pistola di quel giorno ... Vi pensò un poco il figlio poi senz’altro la fa contenta. Un primo passo era fatto, restava il decisivo, quello della conversione. Si raddoppiano le preghiere pubbliche, ed ecco un pensiero nella mente pia dama. Era il genetliaco del povero figlio che stava per morire; la madre sapeva che a lui piacevano assai i fiori. Per presentargli un dono ordina un mazzo di dodici rose bellissime, e prima di portarlo a Carlo, lo tiene sull’altare della Madonna per tutto il tempo della funzione del mese Mariano. Lo riprende e con una industria veramente ingegnosa e tenera nasconde una medaglia benedetta della Madonna dentro una di quelle dodici rose. Corre all'albergo, fa i suoi complimenti al figlio per il suo genetliaco, e senz'altro fa il presente di quelle vaghe rose. Le gradisco davvero, dice il figlio; ti ringrazio, mamma, sono veramente belle e odorose! Quasi accarezzandole, ora ne tocca una, ora ne tocca un'altra; quando vede cadere da una rosa un piccolo oggetto luccicante come una moneta, va per raccoglierlo, e vede che è una medaglia ... Una medaglia qui, mamma, che cosa è questo mistero? ... Ma mentre Carlo dice così, osserva che dagli occhi della madre cadono due grosse lagrime. - Eh via, ripiglia l'infermo, via mamma, vedo che tu mi vuoi vinto ad ogni costo; ebbene mi arrendo; richiamami pure D. Pio, che voglio confessarmi. Non è a dire che cosa sentisse quella madre in cuor suo a queste parole del figlio. Fu chiamato l'egregio sacerdote, si confessò il giovane convertito, e sopravvivendo quindici giorni non fece altro che edificare quanti lo visitavano coi suoi discorsi sulla divina misericordia e sulla materna bontà di Maria, e spirò santamente fra le braccia della sua madre. Nel camposanto, sopra di un sepolcro, si vede tuttora una ghirlanda di dodici rose appassite e disseccate, racchiuse in una teca di cristallo. È quello il sepolcro del povero Carlo, son quelle le dodici rose che nascondevano la miracolosa medaglia, che lo convertì, e lo condusse ad una santa morte.