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sabato 25 ottobre 2025

Sacrilega parodia dell'Ultima Cena

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].

Samuele Tomaso de Yenlcintown il 4 gennaio 1885 dava, in uno dei sobborghi di Filadelfia, città degli Stati Uniti d'America, un banchetto a suoi amici. Durante il pranzo uno dei convitati esclama: «Vedi combinazione! Siamo in tredici, proprio come nell'ultima cena di Cristo». Risa ed applausi accolsero queste parole, e Tomaso andando più oltre nella sacrilega allusione, disse: «Io sono il Cristo, e questi (additando uno dei convitati) è Giuda Iscariota». Indi preso un pane, lo spezzò e lo divise fra i convitati, facendo sacrilega parodia dell'augustissimo Sacramento Eucaristico; ed accompagnò quest'atto con sì orribili bestemmie che i medesimi commensali ne rimasero altamente scandalizzati. Quand'ecco, tutto ad un tratto, lo si vide impallidire, alzare la mano alla fronte ed accusare un fortissimo dolore di capo, col dire: «Ho ricevuta una terribile percossa nella testa; credo che questa sarà certo l'ultima mia cena». Mentre dagli astanti si andava indarno ricercando l'origine e la causa del suo male, egli si ritirava dalla sala e si poneva a letto, licenziando amici e domestici. La mattina susseguente lo si trovò freddo cadavere, col volto orribilmente contratto ad un riso satanico, e cogli occhi aperti e fissi con orrore verso un oggetto, che però non era dagli altri veduto.