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giovedì 16 ottobre 2025

Una promessa a un'anima del Purgatorio

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Essendo un padre presso a morire chiamò a sé l'unico figlio che aveva e dopo avergli dato saggi ammonimenti, lo pregò a ricordarsi di lui dopo morte e di suffragarne l'anima. Promise il figlio, e, morto il padre, fece subito e continuò sempre a fare molte opere buone in suffragio di lui, e sebbene sperasse che già fosse liberato dal Purgatorio e godesse l'eterno riposo, pure non cessò di applicare per lui molte opere pie. Dopo trentadue anni gli apparve il povero padre tutto circondato da orribili fiamme, il quale esponendogli le gravissime pene che pativa, amaramente di lui si dolse, perché in tanti anni non gli avesse fatto nessun suffragio. Come, o padre mio, rispose il figlio, non vi ho fatto veruno suffragio, se per voi ho fatto tante elemosine, tanti digiuni, tanti rosari, e tuttora continuo con opere pie a suffragarvi? - Sappi, o figlio, soggiunse il padre, che tutto il bene che hai fatto e che fai, come niente per te ha meritato, né merita, così nulla ha giovato e giova a me, perché l'hai fatto in peccato mortale, e sebbene più volte ti sei confessato e comunicato, non sei uscito mai dal peccato, perché le tue confessioni sono state senza dolore. Sappi pertanto che la misericordia di Dio, per mio e tuo bene, mi ha dato licenza di venire a palesarti il mio bisogno e il pericoloso tuo stato, acciò rimesso in grazia sua con una buona confessione, mi soccorra con suffragi e cavi l’anima tua dal pericolo della perdizione eterna che ti sovrasta. Ciò detto scomparve, lasciando il figlio salutevolmente atterrito, il quale fatta una generale confessione, intraprese un santo tenore di vita, e con le buone opere che andò facendo, liberò l'anima del genitore dal purgatorio e la sua dall’inferno.