Nel corso di una conferenza tenuta alcuni giorni fa, una dotta simpatizzante della Fraternità San Pio X ha consigliato ai preti lefebvriani di fare qualche "compromesso" (non sul piano dogmatico) per incrementare il raggio d'azione del loro apostolato. Poco dopo, Don Emanuele du Chalard, esponente storico della Fsspx, ha voluto sottolineare che la parola “compromesso” non va bene, però accetta il fatto che bisogna “prendere qualche rischio”.
Valuto in maniera molto positiva questa “disponibilità”. Se la Fraternità San Pio X accettasse l'offerta vaticana di erezione canonica, in pochi anni si moltiplicherebbero fedeli, centri di Messa, seminaristi e sacerdoti aderenti alla Fsspx. Con "numeri" più pesanti, sarebbe più facile respingere gli attacchi dei modernisti che rischiano di far saltare i colloqui dottrinali intavolati a Roma, nei quali si potrebbero “riscrivere” i punti più oscuri dei testi conciliari, e sapere quali sono i punti che non hanno la volontà di vincolare le coscienze dei fedeli.