E' preoccupante quel che è accaduto al giornalista Bruno Volpe, divenuto vittima di ingiuste persecuzioni dopo aver aspramente criticato l'omosessualità. Al di là del caso in questione, bisogna fare una seria riflessione.
Da sempre la Dottrina Cattolica ha considerato il peccato che veniva praticato a Sodoma, come un atto gravemente immorale che grida vendetta al cospetto di Dio. Mosè su ispirazione divina comminò la pena di morte per coloro che avessero fornicato calpestando le leggi della natura. La Chiesa Cattolica non propone la pena capitale per i gay, ma afferma chiaramente nel Catechismo ufficiale (redatto dall'allora Cardinale Ratzinger) che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Il cristiano non odia gli omosessuali, odia il peccato. Chi ama davvero Gesù Cristo non può non desiderare che gli omosessuali si convertano.
Purtroppo, oggi affermare queste cose è divenuto pericoloso; si rischia seriamente di essere definiti razzisti, intolleranti, estremisti, fanatici, oscurantisti, ecc. Quel che è accaduto a Bruno Volpe potrebbe accadere anche ad altri, e se venissro approvate norme legislative contro chi critica l'omosessualità, c'è il rischio che si finisca in carcere solo per aver detto che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente immorali. Poveri noi, ci vogliono impedire di dire “sì, sì, no, no”. Forse nemmeno a Sodoma e Gomorra c'erano leggi così liberticide.