Tra i numerosi motivi per cui mi piace la Messa di San Pio V, vi è anche il fatto che l'Ostia viene data direttamente sulla lingua dei fedeli, non sulle mani (magari sporche perché hanno toccato soldi, fazzoletti, chiavi, maniglie, eccetera). Quel che mi preoccupa di più sono i piccoli frammenti che cadono a terra e vengono calpestati. Checché ne dicano i liturgisti modernisti, i quali negano la Presenza Reale nei piccoli frammenti (e non solo), io sono cattolico e credo a ciò che ha insegnato il Sacrosanto Concilio Tridentino. Io non dico che in sé per sé ricevere la Comunione sulle mani sia illegittimo o sacrilego, dico solo che è alto il rischio che cadano i frammenti per terra, visto che praticamente nessuno fa l'abluzione delle mani dopo aver toccato la sacra particola, dunque è alquanto preferibile riceverla direttamente sulla lingua.
Fatto sta che alcuni hanno tentato di “esportare” questa pratica anche al rito antico con vari pretesti. Persino certi preti non modernisti dicevano che l'indulto che permette la Comunione sulle mani riguardava anche la Messa tradizionale. L'istruzione “Universae Ecclesiae” fortunatamente mette la parola fine a questa contesa nel modo migliore possibile, infatti al n. 28 afferma che il Motu Proprio Summorum Pontificum, deroga a quei provvedimenti legislativi inerenti la liturgia emanati dal 1962 in poi. Roma ha parlato, la controversia è chiusa.
Bisogna fare molta informazione su questo punto, poiché tutti coloro che partecipano per la prima volta alla liturgia antica devono sapere che devono astenersi dal chiedere la Comunione sulla mano