Quando Benedetto XVI liberalizzò la Messa tridentina col Motu Proprio "Summorum Pontificum", di quando in quando apparivano su vari blog e forum dei post che informavano che in una determinata chiesa, dopo decenni di assenza, finalmente era stato celebrato il Santo Sacrificio in rito antico. Ricordo che alcuni commentatori, invece di rallegrarsi della lieta notizia, si scatenavano in polemiche assurde e spesso anche ridicole, più o meno di questo tipo:
- È meglio non avere la Messa tridentina, anziché celebrarla col manipolo spostato di mezzo centimetro al di sopra di quanto stabilito dal manuale liturgico di Sempronio!
- Ma che stai dicendo? Sul manuale di Caio invece c'è scritto che può essere usato anche alcuni centimetri al di sotto del solito, ma se si superano i cinque centimetri si commette peccato veniale.
- Ignorante! Caio si riferiva solo alle Messe celebrate nelle diocesi alpine, non a quelle appenniniche!
- Ma dove hai studiato le cerimonie? Sui fumetti di Peperino? Non lo sai che nel 1729 l'Arcivescovo concesse un indulto per usare il manipolo più in alto?
- Sì, lo so, ma è stato abolito da un decreto del 1802!
- Però è rimasta la consuetudine locale, quindi stai zitto!
- Il problema è che tu sei un modernista camuffato!
- Io modernista? E tu sei un apostata!
Coloro che fanno sceneggiate del genere sono solo una piccola minoranza tra i fedeli che seguono la Messa tridentina, tuttavia sono “pericolosi” perché rischiano di danneggiare tutto il movimento tradizionale. Infatti spesso la gente fa di un erba un fascio, e così tutti i fedeli tradizionali rischiano di essere etichettati come arcigni, rissosi e formalisti.