Questa posizione è assoluta e si fonda sul principio della sacralità della vita umana dal momento del concepimento.
Fondamenti Dottrinali
La condanna dell'aborto è un pilastro della morale cattolica, basato sui seguenti punti:
1. Il Valore Sacro della Vita
La Chiesa insegna che la vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto dal momento del concepimento. Il feto è considerato un essere umano con la dignità di persona fin dal suo inizio.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che la vita umana è sacra perché, dal suo inizio, "comporta l'azione creatrice di Dio" e "resta per sempre in una speciale relazione con il Creatore" (CCC 2274).
2. Violazione del Quinto Comandamento
L'aborto procurato è visto come una violazione diretta del Quinto Comandamento: "Non uccidere".
L'uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è intrinsecamente malvagia. L'aborto è classificato come omicidio volontario da parte di chi lo compie (la donna, il personale medico) e da chi vi coopera attivamente.
3. La Pena della Scomunica
A causa della sua estrema gravità, l'aborto procurato comporta una scomunica latæ sententiæ (automatica).
Questa pena canonica si incorre ipso facto (per il fatto stesso di aver compiuto l'atto) da parte di chi procura l'aborto e, secondo il Codice di Diritto Canonico, da parte di coloro che vi cooperano in modo essenziale. La scomunica è una sanzione che esclude temporaneamente il fedele dalla piena comunione con la Chiesa finché non viene revocata dal confessore.
Distinzione Cruciale
È importante notare che la Chiesa distingue l'aborto procurato (inteso come l'uccisione diretta del feto) da procedure mediche che, pur comportando indirettamente la morte del feto, sono necessarie per salvare la vita della madre (ad esempio, la rimozione di un utero canceroso o una gravidanza extrauterina). In questi casi, la morte del feto è considerata un effetto indiretto e non voluto di un'azione legittima mirata a salvare la madre (il principio del doppio effetto), e non costituisce peccato.
