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giovedì 8 dicembre 2016

C’è ancora gente che ha un cuore grande

C’è una ragazza disabile (scusate, ma l’espressione “diversamente abile” mi lascia perplesso) che segue con molto interesse il blog “Cordialiter” e mi scrive spesso delle e-mail su argomenti religiosi. Nonostante non percepisca redditi da lavoro (non so se abbia ottenuto l’assegno di invalidità, per discrezione ho evitato di domandarglielo), recentemente mi ha manifestato il suo desiderio di inviarmi una donazione per sostenere l’enorme lavoro che sta dietro al blog. Ovviamente l’ho convinta a non inviarmi nulla, tuttavia ho apprezzato molto la sua buona volontà. Anche il Signore apprezza molto i nostri buoni desideri, anche se poi non possiamo materialmente metterli in pratica (lo insegna Sant’Alfonso Maria de Liguori). 

Chissà, forse se questa ragazza fosse stata ricca e in piena salute non avrebbe nemmeno pensato di inviarmi qualche euro, anzi probabilmente non frequenterebbe neppure il blog, poiché in genere alla “gente che sta bene” (soprattutto da un punto di vista economico) non interessano molto gli scritti spirituali (ovviamente ci sono sempre delle eccezioni, tra cui alcuni lettori del blog). Del resto anche il Redentore Divino preferiva fare apostolato tra la gente umile, povera, persino derelitta, che generalmente ha un cuore più predisposto ad accogliere il messaggio evangelico. 

Non c’è da stupirsi che una ragazza in difficili condizioni come le sue, abbia avuto l’intenzione di aiutarmi. Infatti le persone sofferenti, umili, povere, ecc., comprendono meglio le necessità altrui e hanno il cuore più propenso ad aiutare il prossimo. Se una persona sta morendo di fame ai bordi di un marciapiede, è più facile che venga aiutata da una persona umile, che sa cos’è la sofferenza, anziché da un “benestante”. A tal proposito un detto popolare afferma che “è più facile avere un pezzo di pane da un povero che una moneta da un ricco”. Lo ripeto, ci sono alcune eccezioni anche tra i “ricchi”, tra cui qualche lettore del blog. Ma a parte queste rare eccezioni, la massa delle persone facoltose trasgredisce i precetti divini sulla giustizia e la carità fraterna, quasi fossero degli optional. Non a caso Gesù Cristo usò parole severe non solo nei confronti degli ipocriti farisei ma anche della gente danarosa, e giunse ad affermare che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, anziché un ricco entri nel Regno dei Cieli.

Un'umile ragazza disabile, pur essendo in difficili condizioni (mi ha fatto capire che anche economicamente non se la passi proprio bene, pur non mancandole nulla di necessario), voleva inviarmi una libera donazione, mentre tante "persone di successo" che sperperano denaro in mille cose inutili (e spesso anche peccaminose, come ad esempio vedere molti dei film proiettati al cinema), mi lascerebbero crepare pure se un giorno dovessi trovarmi in stato di necessità estrema.

Le persone abbienti che adesso guardano in maniera sprezzante gli umili e i bisognosi, e chiudono il cuore di fronte alla sofferenza del prossimo persino quando si trova in stato di necessità grave o addirittura estrema, voglio proprio vedere se nel Giorno del Giudizio avranno ancora voglia di sghignazzare come sbruffoni. Come insegna il Vangelo, molti che oggi sono tra i gaudenti, quel Giorno riceveranno la giusta e inappellabile sentenza di Cristo Giudice: “Discedite a me, maledicti, in ignem aeternum!”, “Via da me, maledetti, nel fuoco eterno!”. 

A tal proposito, Sant’Alfonso Maria de Liguori, nel libro “Apparecchio alla morte”, esclama: "Oh amanti del mondo, alla Valle, alla Valle vi aspetto [la Valle di Giosafat, ove avverrà il Giudizio Universale, n.d.r.]. Ivi senza dubbio muterete sentimenti. Ivi piangerete la vostra pazzia. Miseri, che per fare una breve comparsa sulla scena di questa terra, avrete poi a far la parte dei dannati nella tragedia del giudizio".

Sono contento che il blog sia seguito da molte persone umili ma dal cuore caritatevole. Chissà, forse molte di loro (lo spero tanto!) in quel Giorno si troveranno alla destra di Cristo, il quale rivolgerà loro le consolanti parole “Venite, benedicti Patris mei”, e li condurrà nella Patria Celeste a godere per sempre la visione beatifica della Santissima Trinità.