Apprezzo molto questa dichiarazione di Mons. Crepaldi perché ribadisce quel che è un diritto dei fedeli sancito dalla Santa Sede. Ricordo infatti che nel 2004 su ordine del Sommo Pontefice la “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti” ha emanato un’Istruzione sulla Santissima Eucaristia, nella quale al numero 91 ha affermato che: “Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli». Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio [...]”. Mentre al numero 92 ha affermato che ogni fedele ha «sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca» (citazioni tratte dall'Istruzione «Redemptionis sacramentum» della “Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, Libreria Editrice Vaticana).