Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989).
La Contessa ... O... si presentò a Don Bosco in compagnia dei suoi quattro figlioletti. Chiese al Santo Sacerdote la benedizione e poi disse: Che cosa sarà dell'avvenire di questi miei figlioletti? -
Don Bosco non voleva parlare, ma dietro insistenza, rispose sorridendo:
- Signora Contessa, il primo diventerà un generale, il secondo un bravo avvocato ed il terzo un celebre medico.
- E del quarto non dice nulla?
- Don Bosco aveva posata la mano destra sul capo dell'ultimo figliuolo e lo mirava con affetto. In quel momento il Signore manifestava al suo Servo che il bambino sarebbe divenuto Sacerdote.
- Signora Contessa, ringraziate Dio! Questo figliuolo un giorno sarà Sacerdote.
- La madre strinse al cuore il bambino ed esclamò: Mio figlio Prete? ... Prima vederlo morto, anziché Prete!
- E così sarà! - soggiunse Don Bosco.
Dopo qualche mese il bimbo si ammalava ed i medici non riuscivano a curarlo. Quando fu perduta la speranza, la Contessa andò a gettarsi ai piedi di Don Bosco, per implorare la guarigione; ma il Santo rispose: Troppo tardi! La sentenza di morte sul figlio è stata lanciata da voi, o Contessa! ... Con Dio non si scherza! -
Preghiera per le vocazioni.
Questo terribile esempio, che Don Bosco stesso narrava, fa comprendere l'importanza della vocazione sacerdotale, vocazione che è un dono del Signore. Lasciò Don Bosco tra i suoi scritti questo pensiero: Il più gran dono che Iddio possa fare ad una famiglia, è un figlio Sacerdote. Questo non si comprende da molti. Quando, d'ordinario, un ragazzo esprime il desiderio di divenire Sacerdote, non ci si fa scrupolo a dirgli: Ma che Prete! Studia per medico, per avvocato o per ingegnere! Il Prete guadagna poco!
Chi desse di tali suggerimenti, quale conto dovrebbe dare a Dio! Si sa che i ragazzi sono volubili e basta alle volte una semplice parola per distoglierli dalla via alla quale forse Dio li chiama. C'è tanto bisogno di Sacerdoti nel mondo e conviene pregare il Signore affinché susciti le vocazioni sacerdotali. Gesù Cristo ha detto: La messe è abbondante, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi gli operai nella sua campagna. Nella parabola di Gesù, la campagna rappresenta il mondo, la messe le anime, gli operai i Sacerdoti. Il Padrone della messe è Dio. A Lui dunque bisogna volgere l'incessante preghiera per ottenere molti Sacerdoti.
Il più grande castigo.
Alcuni anni fa, dimorando a Palermo, celebrai la Santa Messa in una Chiesa, lungo la via Paolo Emiliani Giudici. Quanta folla di fedeli! In sacrestia accudiva una donna ed alcuni frati. Domandai: Chi è il rettore di questa Chiesa?
- Nessuno.
- E per la celebrazione delle Messe festive come fate?
- Andiamo in giro per la città lungo la settimana ed impegniamo eventuali Sacerdoti, i quali hanno la facoltà di celebrare in questa Chiesa due Messe nei giorni festivi.
- Ma perché non vi rivolgete al Cardinale e così potrete avere un Sacerdote stabile?
- Abbiamo chiesto. La risposta è stata: A Palermo ci sono tante Chiese senza il Prete; appena si ordina un novello Sacerdote, non si sa dove mandarlo per andare incontro alle continue richieste.
- Venti Chiese senza Sacerdoti! Quale deficienza! Ma prima non era così! ... Vengono meno le vocazioni al Sacerdozio; tutto ciò è castigo di Dio. Diceva Monsignor Bignami, Arcivescovo di Siracusa: Il più grande castigo che Iddio possa mandare al mondo, non è la carestia, la peste o la guerra, bensì la penuria di Sacerdoti. Il Signore viene molto offeso nella persona dei suoi Ministri, perché il mondo li disprezza, li calunnia e li perseguita; ed affinché si apprezzi il suo dono divino, Egli vuol farli desiderare. Ricordate, o genitori! Io son Prete e non so proprio come ringraziare Dio di avermi chiamato a sì nobile stato. Il merito è mio? No, di certo. Sono convinto che il Signore abbia ascoltato le vive preghiere di mia madre, donna di esemplare vita. I genitori, che hanno dei figlioletti, li offrano spesso a Dio con fervorosa preghiera, affinché il Creatore deponga nei teneri cuori il germe della vocazione sacerdotale. Il tempo più adatto a tale preghiera potrebbe essere il momento della Consacrazione nella Messa, della Benedizione Eucaristica e della Santa Comunione. Quando, o genitori, un vostro figliuolo manifesta il desiderio della vita sacerdotale, non solo non dovete riprenderlo, ma avete il dovere di incoraggiarlo, di sostenerlo, di custodirlo meglio degli altri figli. Se mancate di mezzi finanziari, non perdete la fiducia. In ogni diocesi ci suole essere l'Opera delle Vocazioni Sacerdotali, con borse di studio, per i giovani poveri. Trovate dei benefattori che vi aiutino nel nobile compito. Ricordate, o genitori, quanto dico per frutto di esperienza: Ordinariamente, quando un giovanetto è chiamato al Sacerdozio e viene ostacolato a seguire la sua vocazione, o resta infelice per tutta la vita, o muore in giovane età, oppure diventa più cattivo degli altri, formando la croce più pesante della famiglia.
[Brano tratto da “Abbasso i preti”, di Don Giuseppe Tomaselli].