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sabato 27 maggio 2023

Il santo vescovo che fece rifiorire la diocesi di Mantova

Tempo fa, in una sera d'inverno, un mio amico lombardo mi ha guidato in una visita al centro storico di Mantova. Ricordo che mentre camminavamo per le vie di questa bella cittadina mi dava molte interessanti informazioni di carattere storico e culturale. A un certo punto mi ha portato in una grande piazza sulla quale, oltre al maestoso Palazzo Ducale, si affacciano anche il Duomo e il vescovado. Mentre ero lì ho pensato che in quella stessa piazza è passato tante volte anche il nostro amato Papa San Pio X (al secolo Giuseppe Sarto), che molti anni prima di divenire Romano Pontefice fu vescovo di Mantova. Pensare al gran bene che Mons. Sarto ha compiuto nella diocesi mantovana è di grande conforto. Quando dal Veneto arrivò nella città dei Gonzaga notò subito che la situazione della diocesi era disastrosa, ma con l’aiuto di Dio riuscì a farla spiritualmente rifiorire. Una delle sue principali preoccupazioni fu quella di rilanciare il seminario diocesano perché sapeva che il bene delle anime dipende in gran parte dalla qualità del clero, visto che se un prete è santo santifica le anime, se invece è mediocre o addirittura pessimo porta un gran numero di anime alla perdizione. Ecco cosa scrisse al riguardo della preparazione dei futuri preti, nella lettera ai mantovani del 5 luglio del 1885: «Uno dei gravi pensieri che mi occupa fino dal giorno, in cui il Santo Padre si degnava affidarmi il governo di questa Diocesi, è il Seminario. Qui riposano le mie brame, qui si concentrano i miei affetti, qui hanno tregua o si accrescono le mie ambasce, perché se l’educazione dei chierici è la base della Diocesi, in quanto che da loro soltanto possiamo avere i buoni preti, questa è l’opera più degna che possa uscire dalle mani di un Vescovo».

Invece nella Lettera pastorale del 19 agosto 1887, Mons. Giuseppe Sarto mise in guardia i fedeli dalle pestilenziali idee dei novatori: «Molti cristiani, che appena superficialmente conoscono la scienza della religione, e meno la praticano, pretendono di erigersi a maestri, dichiarando che la Chiesa deve ormai adattarsi alle esigenze dei tempi [...], i dogmi della fede devono modestamente adattarsi alle esigenze della nuova filosofia. [...] La morale evangelica [...] deve presentarsi a delle compiacenze, a degli accomodamenti [...]. E tali sono le massime che si vanno divulgando non già dai suoi nemici aperti e dichiarati, ma da quegli stessi che si dicono figli della Chiesa, i quali, dopoché ne combattono e vilipendono le leggi, si offenderebbero se venissero segnati come disertori dalle sue bandiere e figli del suo dolore. [...] Io spero che questi germi fatali non saranno in mezzo a voi; ma siccome l'errore è una pianta che dev'essere recisa fin dalla sua radice, il Vescovo, che ha ricevuto dal Cielo l'obbligo non solo d'esortare, di supplicare, di riprendere, ma ancora di prevenire, di nuovo vi ripete: State in guardia, e allontanatevi da quelli che in qualunque modo vorrebbero arrogarsi la missione di consigliare, di decidere sulle concessioni che dovrebbe fare la Chiesa ai pretesi bisogni dei nuovi tempi».

Stiamo vivendo tempi molto difficili a causa del virus modernista che dilaga in non pochi ambienti ecclesiali. A volte si corre il rischio di scoraggiarsi e di pensare che la situazione sia ormai irreversibilmente compromessa. Ma noi non dobbiamo vedere le cose in maniera immanentista, come fanno i modernisti, bensì in maniera soprannaturale, come fanno i santi. La Chiesa Cattolica non è stata fondata da una creatura, bensì da Gesù Cristo, Seconda Persona della Santissima Trinità. I modernisti possono avvelenare tante anime, ma non potranno mai distruggere la Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo. Questo è un periodo di prova in cui, soffrendo con pazienza, dobbiamo dimostrare di amare il Signore restando fedeli al Magistero perenne della Chiesa. Un giorno il Signore farà rifiorire la Chiesa donandoci tanti buoni sacerdoti, i quali lavoreranno con zelo alla salvezza delle anime per la maggior gloria di Dio. L’esempio di Mons. Giuseppe Sarto, che fece rifiorire la diocesi di Mantova, ci incoraggia a continuare a resistere alla tentazione di arrenderci alla peste modernista, sperando, contro ogni speranza umana, che presto Dio verrà in nostro aiuto donandoci santi ecclesiastici.

È verità di fede che la Chiesa Cattolica è indefettibile, cioè non potrà mai venir meno. Attualmente nell'orbe cattolico infuria la battaglia spirituale per salvare le anime dalla terribile peste dell'eresia modernista. In quest'ora grave per il genere umano, il fronte dei cattolici militanti, incoraggiato dall'eroico esempio di San Pio X e di tutti i santi, è proteso nella lotta contro il modernismo e marcia verso l'avvenire con la dogmatica certezza della vittoria!