Un lontano giorno d'aprile nell'ultima guerra andai in una compagnia di soldati del 138° reggimento, di cui ero cappellano, per far fare loro il precetto pasquale. Il capitano mi radunò i soldati, e io feci loro un bel discorso. Li vedevo attentissimi e mi sembravano convinti. Alla fine dissi:
- Ragazzi, ora celebro la santa messa. Prima però vi dò il tempo per confessarvi.
I soldati stettero alcuni momenti fermi; poi ruppero la fila.
Attesi cinque minuti, un quarto d'ora... ; nessuno venne a confessarsi.
Deluso, feci suonare l'adunata e quindi celebrai la messa.
Finita la messa, un soldato si avvicinò all'altare e mi disse a bassa voce:
- Signor cappellano, io sono di famiglia molto religiosa; avrei voluto confessarmi; ma vedendo che nessuno si faceva avanti, ho avuto vergogna.
Subito dopo venne un altro e mi disse:
- Signor cappellano, io volevo confessarmi; ma, vedendo che nessuno si confessava, ebbi vergogna.
Subito dopo venne un terzo soldato a farmi lo stesso discorso; poi un altro, poi un altro, poi un altro ancora, e quindi un grosso gruppo di soldati, che d'un colpo s'ingrossò e raccolse tutta la compagnia.
Allora un sergente, ridendo, mi disse:
- Signor cappellano, non siamo una compagnia di soldati: siamo una compagnia di conigli! Ci volevamo confessare tutti e comunicare; e abbiamo avuto vergogna l'uno dell'altro. Può tornare domani?
L'indomani ritornai sul posto. Tutti si confessarono e, durante la santa messa, si comunicarono devotamente.
Così la grandissima maggioranza dei cristiani: sono cresimati; ma invece di diventare colla cresima i soldati di Cristo, diventano i conigli di Cristo; non hanno coraggio di confessarsi e di comunicarsi; non hanno coraggio di difendere la Chiesa, [...] non hanno coraggio di farsi un segno di croce; e, anche quando vanno in Chiesa, non hanno coraggio di mettersi avanti, vicino all'altare; ma stanno laggiù in fondo, vicino alla porta per vergogna di farsi vedere in prima fila, o forse per essere i primi ad uscire.
- Ragazzi, ora celebro la santa messa. Prima però vi dò il tempo per confessarvi.
I soldati stettero alcuni momenti fermi; poi ruppero la fila.
Attesi cinque minuti, un quarto d'ora... ; nessuno venne a confessarsi.
Deluso, feci suonare l'adunata e quindi celebrai la messa.
Finita la messa, un soldato si avvicinò all'altare e mi disse a bassa voce:
- Signor cappellano, io sono di famiglia molto religiosa; avrei voluto confessarmi; ma vedendo che nessuno si faceva avanti, ho avuto vergogna.
Subito dopo venne un altro e mi disse:
- Signor cappellano, io volevo confessarmi; ma, vedendo che nessuno si confessava, ebbi vergogna.
Subito dopo venne un terzo soldato a farmi lo stesso discorso; poi un altro, poi un altro, poi un altro ancora, e quindi un grosso gruppo di soldati, che d'un colpo s'ingrossò e raccolse tutta la compagnia.
Allora un sergente, ridendo, mi disse:
- Signor cappellano, non siamo una compagnia di soldati: siamo una compagnia di conigli! Ci volevamo confessare tutti e comunicare; e abbiamo avuto vergogna l'uno dell'altro. Può tornare domani?
L'indomani ritornai sul posto. Tutti si confessarono e, durante la santa messa, si comunicarono devotamente.
Così la grandissima maggioranza dei cristiani: sono cresimati; ma invece di diventare colla cresima i soldati di Cristo, diventano i conigli di Cristo; non hanno coraggio di confessarsi e di comunicarsi; non hanno coraggio di difendere la Chiesa, [...] non hanno coraggio di farsi un segno di croce; e, anche quando vanno in Chiesa, non hanno coraggio di mettersi avanti, vicino all'altare; ma stanno laggiù in fondo, vicino alla porta per vergogna di farsi vedere in prima fila, o forse per essere i primi ad uscire.
[Brano tratto da “Liberazione”, di Don Ildebrando Antonino Santalngelo, Comunità Editrice di Adrano].