La santa comunione è l'atto più sublime della religione; procura tale gloria a Dio da riparare in modo considerevole, sebbene a noi incomprensibile, l'ingiuria fattagli per il peccato. L'umiltà, la contrizione, il fervore, l'amore da cui l'anima vien penetrata, sono di lor natura opere soddisfattorie di gran prezzo, specialmente allorchè il divin Salvatore, sole di giustizia e fuoco di carità, risiede nel nostro cuore. Da ciò proviene l'applicare che molti interpreti fanno alla comunione per i defunti le parole di Tobia: «Metti il tuo pane sul sepolcro del giusto.» Amiamo noi davvero i morti? Andiamo da Gesù Cristo, nutriamoci del pane mistico da lui stesso imbandito; ed allorché il divin Salvatore sarà nel nostro cuore, preghiamolo di consolare quelle anime a lui così care, sue spose dilette, e di nutrirle di questo pane al quale sospirano con ardore, pane sacro che è Gesù Cristo medesimo. E quando Gesù sarà tutto nostro, potrà forse negarci qualche cosa se lo preghiamo per i suoi membri diletti? Accostiamoci frequentemente alla sacra mensa; e pensiamo alle anime sofferenti. Imitiamo la Chiesa nostra madre che ogni giorno si ricorda delle anime purganti al santo sacrificio dell'altare; la santa comunione sia il nostro sacrificio, e vi abbia sempre il ricordo per i morti. Ciascuno di noi ha perduto qualche parente od amico, celebriamo piamente l'anniversario della sua morte. Ma non contentiamoci, come molti fanno, in questa occasione di far celebrare una messa, assistendovi poi ordinariamente senza preparazione, nè pietà; partecipiamo al sacrificio del sacerdote, e con la santa comunione assicuriamo ai nostri cari la più larga applicazione dei meriti di nostro Signore. Possiamo ad ogni comunione acquistare una o più indulgenze plenarie applicabili ai defunti; procacceremo loro grandissimo sollievo se adopreremo tutti i mezzi possibili per venire loro in aiuto con così preziosi tesori.
FIORETTO SPIRITUALE. La carità vi sproni a comunicarvi, non essendovi mezzo migliore per sollevare i defunti. (S. Bonaventura).