La Superiora della Casa di Soccorso nella città di P. aveva accettato nel suo istituto una fanciulla pericolante di nome Teresina, di anni tredici, e l'aveva posta insieme colle altre ragazze, le quali erano tutte più grandi di lei, perché ordinariamente venivano là accettate le sole giovani convertite. Avvenne che tra due di loro si svegliò un'amicizia troppo spinta, e (siccome le monache che le custodiscono sono molto guardinghe su questo punto) si valevano della Teresina per mantenerla viva nei loro cuori. A tal fine si ricambiavano sempre, per mezzo della detta fanciulla. Corrispondenze, biglietti, regalucci e che so io. A qual punto arrivasse la loro malizia, a quali colpe si fossero abbandonate, nessuno lo sa; ma udite ciò che avvenne in appresso. La Teresina ammalò e subito ne fu dato avviso alla Superiora, perché fosse mandata all'ospedale. A questo annunzio quell'ottima Superiora provò un triste e fortissimo presentimento nell'animo, che anzi per divagarsi andò nel giardino delle ragazze a giocar con loro. Intanto la Teresina fu condotta all'ospedale e dopo tre mesi stette meglio assai, anzi mandò a dire per una persona che fra pochi giorni sarebbe ritornata fra le sue compagne. In quel mentre si davano gli Esercizi Spirituali in quell'Istituto. Era una mattina e le convertite discendevano dal dormitorio alla cappella ad ascoltar la prima predica; ma intanto che tutte erano silenziose, una di loro piangeva e singhiozzava così che pareva disperata. (Era una di quelle che mantenevano la cattiva amicizia). Le monache si studiarono di acquietarla. Fu condotta davanti alla Superiora, la quale provò con tutti i modi di strapparle dal labbro il motivo della sua disperazione, ma indarno. Infine confessò che in quella notte ad un'ora le era comparsa Teresina, in forma orribile, colle mani fra i capelli. immersa nel fuoco e le disse: Sono all'inferno per aver tenuto mano alla vostra rea amicizia. - Va là, riprese la Superiora, questo è un sogno, è una fantasia!... quietati che non è nulla. E poi, non deve Teresa di giorno in giorno ritornare all'Istituto ormai risanata? Sta tranquilla, figlia mia. Ciò non è niente. Ma la giovane a tutte queste ragioni non si tranquillava. - E! no, gridava, no, non fu un sogno il mio, ero svegliata, come adesso, l'amica è all'inferno per causa mia ... e per cagione dei miei scandali. - La Superiora allora per acquietarla:- Ebbene, disse, manderemo tosto all'ospedale a vedere come sta, e così ti metterai il cuore in pace. - Ma nel mentre si pensava a spedire una persona a tal uopo, suona il campanello dell'Istituto e capita l’avviso dall'ospedale annunziante che in quella notte al tocco di un'ora moriva improvvisamente la Teresina! ... Le due giovani amiche, convertite in causa di quell'apparizione, restarono ben persuase che l'inferno esiste.