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domenica 26 ottobre 2025
Sospiri verso la patria beata
Pensiero del giorno
sabato 25 ottobre 2025
Il Signore ci penserà, stiamo tranquilli
[Brano tratto da "Catechismo di San Pio X commentato con fatti, detti, sogni e scritti di San Giovanni Bosco", Volume 2°, Libreria Dottrina Cattolica, 1950].
Sacrilega parodia dell'Ultima Cena
Pensiero del giorno
venerdì 24 ottobre 2025
Mezzi per evitare o abbreviare le pene del Purgatorio
Pensiero del giorno
giovedì 23 ottobre 2025
La Madonna contro la massoneria
Pensiero del giorno
mercoledì 22 ottobre 2025
Segni della chiamata di Dio al sacerdozio
Pensiero del giorno
(Brano tratto dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori)
martedì 21 ottobre 2025
San Diego di Alcalá (lk) 242 (17-10-25)
Un umile francescano al servizio degli ultimi
San Diego di Alcalá, nato intorno al 1400 nel piccolo villaggio di San Nicolás del Puerto, in Andalusia, è una figura di grande rilievo nel panorama dei santi francescani del XV secolo. Il suo nome di battesimo era Diego, e "de Alcalá" si riferisce alla città in cui visse gran parte della sua vita religiosa e dove morì. La sua santità non risiede in grandi gesta teologiche o in opere monumentali, ma nella sua umiltà, nel suo profondo spirito di carità e nella sua incrollabile fede, vissuta nel quotidiano servizio ai malati e ai poveri.
Fin dalla giovinezza, Diego mostrò un'attrazione irresistibile per la vita religiosa e la povertà evangelica. Entrò come fratello laico nell'Ordine dei Frati Minori, un ramo dell'Ordine francescano, dedicandosi a mestieri umili e a una vita di preghiera intensa. A differenza dei sacerdoti, i fratelli laici non ricevevano l'ordinazione, ma contribuivano alla vita dell'Ordine attraverso il lavoro manuale e la carità. Diego si distinse in entrambi gli ambiti, diventando un esempio vivente della spiritualità francescana.
Il miracolo dei pani e la carità senza confini
Una delle storie più celebri e significative della sua vita è il "miracolo dei pani". Diego, che aveva il compito di elemosinare per il convento, era noto per la sua generosità illimitata. Spesso dava ai poveri e ai malati parte del pane e del cibo che aveva raccolto, incurante del fatto che non ne rimanesse abbastanza per i suoi confratelli. Un giorno, un superiore lo affrontò, rimproverandolo per questa "imprudenza". Quando Diego aprì il suo mantello per mostrare ciò che aveva, il pane che vi aveva riposto si era miracolosamente trasformato in un cesto di rose. Questo miracolo, raffigurato in innumerevoli opere d'arte, simboleggia la sua profonda fiducia nella Divina Provvidenza e l'assoluta priorità che dava alla carità verso il prossimo.
La sua fama di santità si diffuse in tutta la Spagna e oltre, non solo per i miracoli ma anche per il suo servizio instancabile. Diego si dedicò in particolare alla cura dei malati e dei lebbrosi, un impegno che pochi osavano intraprendere. Durante la sua missione missionaria nelle Isole Canarie, fu anche superiore del convento francescano di Fuerteventura.
La canonizzazione e l'eredità spirituale
San Diego morì nel 1463 nel convento di Santa María de Jesús ad Alcalá de Henares, una città che oggi porta il suo nome per via della sua profonda devozione. Il suo corpo, rimasto incorrotto, divenne subito oggetto di venerazione. La sua santità fu ufficialmente riconosciuta da papa Sisto V, che lo canonizzò nel 1588, rendendolo il primo santo canonizzato dalla Spagna dopo la Riconquista.
L'eredità di San Diego di Alcalá è un potente promemoria che la santità può essere trovata nel cuore di un servizio umile e disinteressato. La sua vita ci insegna che l'amore per Dio si manifesta concretamente nell'amore per i poveri, i malati e i sofferenti. Egli rimane un modello per i laici e per tutti coloro che cercano di vivere il Vangelo con semplicità e carità. La città di San Diego in California deve il suo nome proprio a lui, un omaggio duraturo alla sua memoria.
Le cattive amicizie portano alla rovina
Il rispetto umano non vi trattenga giammai dal mostrare la vostra devozione a Maria. In Praga, in una festa solenne della Madonna, usciva di buon mattino un giovane congregato di Maria, per accostarsi ai Sacramenti secondo le regole della Congregazione. Lungo la strada si scontrò in certi suoi compagni, i quali gli offersero confetti e pastiglie di cui essi andavano cibandosi allegramente. Egli dapprima con bella grazia se ne scusò, ma quelli incalzando sempre più, per paura che non indovinassero forse la cagione del suo tenersi digiuno, e lo beffeggiassero, si indusse ad accondiscendere alle istanze. Avrebbe poi voluto avere almeno tempo di confessarsi; e però cercava di congedarsi; ma quelli invece lo invitarono ad andare con loro per ristorarsi dopo il cibo con qualche spiritoso liquore; ed anche in questo egli non seppe dir di no. A nessun costo poi avrebbe voluto mancare in quella festa alla S. Messa e alla Congregazione solenne. Ma i compagni un po' insospettiti di ciò, gli domandarono beffardamente se voleva forse fare il santocchio, ed egli vinto dal rispetto umano, si determinò a starsene con loro. Riscaldati adunque da quelle spiritose bevande, tutti insieme si diedero a percorrere le contrade braveggiando, cantando e facendo anche insolenze e villanie a quelli che incontravano. Così si comportava pure il nostro giovane per non essere da meno dei compagni. Se non che un corale, da lui insultato, si rivoltò sdegnosamente contro di esso, e venuto a rissa, andò la cosa così avanti che si die' di piglio alla spada. Dopo vari colpi scambiatisi insieme, il misero giovane ricevette da ultimo un fendente di tanta forza, che lo fece stramazzare a terra, dove perduti i sensi, senza dar alcun segno di pentimento poco dopo spirò. Ecco a che mal termine fu passo passo condotto dai rispetti umani quel giovane disgraziato, uscito di casa con sì buone disposizioni!
Pensiero del giorno
[Pensiero tratto dal diario di Mons. Luigi Carlo Borromeo (1893 – 1975), vescovo di Pesaro].
lunedì 20 ottobre 2025
Divorziare è peccato? (lk)
Sì, secondo i tradizionali manuali di Teologia Morale cattolica, il divorzio è considerato un grave peccato (mortale), in quanto costituisce un attentato diretto all'indissolubilità del matrimonio, un dogma centrale della fede cattolica. (Nota bene: non è peccato chiedere il divorzio di un matrimonio celebrato civilmente, di cui almeno uno dei due nubendi sia cattolico, perché in questo caso non si tratta di un matrimonio valido davanti a Dio).
In questo articolo, per quanto riguarda la peccaminosità del divorzio, ci si riferisce solo ai matrimoni veri: sia quelli sacramentali che quelli puramente naturali celebrati da non cristiani.
Il divorzio, nel contesto della dottrina morale tradizionale, è peccato per diverse ragioni chiave:
1. Attacco all'Indissolubilità Sacramentale
Matrimonio come Sacramento: Per la Chiesa Cattolica, il matrimonio tra battezzati è un sacramento, istituito da Cristo stesso e elevato a segno dell'unione indissolubile tra Cristo e la Chiesa.
Irrevocabilità: La caratteristica essenziale del matrimonio è la sua indissolubilità ("Ciò che Dio ha unito, l'uomo non separi" - Matteo 19:6). Il vincolo coniugale, una volta validamente contratto e consumato, non può essere sciolto da alcuna autorità umana (civile o ecclesiastica).
Il Peccato di Divorzio: Il divorzio è visto come un atto che contesta e rompe apertamente il vincolo sacro e irrevocabile. È un peccato contro la fedeltà al sacramento e alla promessa fatta a Dio.
2. Violazione del Sesto Comandamento e Adulterio
Il peccato associato al divorzio non si esaurisce nella rottura del vincolo, ma si aggrava se la persona divorziata si risposa civilmente o intraprende una nuova unione sessuale.
Adulterio: Chi divorzia e si risposa civilmente o convive, secondo la morale tradizionale, commette adulterio continuato. Questo perché, agli occhi di Dio e della Chiesa, il primo vincolo è ancora valido, e qualsiasi altra unione sessuale è considerata al di fuori del matrimonio legittimo.
Stato di Peccato Mortale: Vivere in uno stato di adulterio continuato comporta la permanenza in uno stato di peccato mortale abituale, precludendo l'accesso ai sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione (Confessione), a meno che la coppia non decida di separarsi o di vivere "come fratello e sorella" (cioè senza rapporti sessuali).
3. Scandalo
Il divorzio è anche un peccato perché genera scandalo, specialmente se la persona è pubblicamente conosciuta come cattolica.
Lo scandalo si verifica quando un atto, anche se non inteso a ciò, induce altri a commettere il male o a confondere i fedeli riguardo la legge morale. Il divorzio, soprattutto se seguito da un nuovo matrimonio civile, è visto come un cattivo esempio che minimizza la gravità dell'indissolubilità matrimoniale.
È importante notare che la Chiesa cattolica ammette la separazione coniugale (cessazione della coabitazione) nei casi gravi (ad esempio se una moglie non vuole più vivere col marito colpevole di adulterio), ma non lo scioglimento del vincolo (il divorzio). L'unico processo che può dichiarare un matrimonio nullo è la dichiarazione di nullità da parte del tribunale ecclesiastico, che non scioglie il vincolo, ma dichiara che il vincolo non è mai esistito validamente fin dall'inizio.














