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martedì 25 novembre 2025

Una signora molto generosa

San Giovanni Bosco
A Mathi Torinese, Don Bosco raccontò che pochi giorni avanti una signora gli aveva scritto, mandandogli un’offerta di 1500 lire per grazia ricevuta. Egli, a somma così considerevole, ringraziò con lettera speciale e con promessa di ulteriori preghiere sue e dei giovani. L’oblatrice commossa a tanta degnazione, lo ricambiò con una seconda offerta di lire 3000. Don Bosco riscrisse con nuovi ringraziamenti e con espres­sioni di conforto sul paradiso. Or bene in quel giorno stesso, 12 agosto

1886, gli perveniva dalla medesima una terza offerta di lire 10 mila. «Adesso, esclamò, io sono ben imbrogliato! Temo che, se torno a scrivere, ella mi mandi una quarta offerta, e non scrivere più sarebbe inur­banità. Non so proprio come cavarmela».


[Brano tratto da "Catechismo di San Pio X commentato con fatti, detti, sogni e scritti di San Giovanni Bosco", Volume 2°, Libreria Dottrina Cattolica, 1950].

È di somma importanza la diligenza nella scelta del coniuge

Rispetto poi alla preparazione prossima di un buon matrimonio è di somma importanza la diligenza nella scelta del coniuge; da essa infatti dipende molto la felicità o l’infelicità futura del matrimonio, potendo l’un coniuge essere all’altro di grande aiuto a condurre nello stato coniugale una vita cristiana, oppure di grande pericolo ed impedimento. Affinché dunque non abbia per tutta la loro vita da scontare la pena di una scelta inconsiderata, chi desidera sposarsi sottoponga a matura deliberazione la scelta della persona con la quale dovrà poi sempre vivere; ed in siffatta decisione abbia anzitutto riguardo a Dio ed alla vera religione di Cristo, indi a se medesimo, al coniuge, alla futura prole, come pure alla umana e civile società, la quale dal matrimonio nasce come da propria fonte. Implori con fervore il divino aiuto, perché possa scegliere secondo la cristiana prudenza, e non già spinto dal cieco e indomito impeto della passione, o dal mero desiderio di lucro, o da altro men nobile impulso, bensì da vero e ordinato amore, e da sincero affetto verso il futuro coniuge, cercando nel matrimonio quei fini appunto per i quali esso fu da Dio istituito.

[Citazione di Pio XI tratta dall'Enciclica "Casti Connubii" sul matrimonio cristiano].

Pensiero del giorno

Padre Felice Cappello
Una cosa sola deve starmi sommamente a cuore: Amare il Signore, servirlo fedelmente, assicurarmi l'eterna salvezza. 


[Pensiero di Padre Felice Maria Cappello (1879 - 1962) tratto da "Il segreto del confessionale" di Marc Lindeijer, Edizioni AdP].

lunedì 24 novembre 2025

Le anime del purgatorio vengono sollevate dall'elemosina

[Brano tratto da "Il mese di novembre santificato, ossia la divozione verso le anime del Purgatorio promossa per via di brevi considerazioni e scelti esempi",  Tipografia dell'oratorio di San Francesco di Sales, 1869].


L'elemosina è una delle opere che meglio soddisfano alla divina giustizia. Un angelo venuto dal cielo diceva che l'elemosina salva dalla morte, cancella i peccati e fa trovare grazia presso Dio (Tob. XII, 9). Lo Spirito Santo conferma l'oracolo dell'Angelo dicendo: «Come l'acqua spegne il più ardente fuoco, così l'elemosina distrugge i peccati (Eccles. III, 33),» e per farci intendere che non c'è soddisfazione perfetta senza elemosina, soggiunge: «Apri la mano al povero affinchè il tuo sacrificio espiatorio sia perfetto.» Fare elemosina è quindi versare acqua nel fuoco che arde le anime sante. L'elemosina ha la singolare virtù non solo d'espiare i nostri peccati, ma anche gli altrui; venga essa fatta o ai poveri bisognosi di mendicare pane, od ai poveri volontari che lasciarono ogni cosa per seguire nostro Signore. La carità che si fa loro contribuisce in due modi al sollievo delle anime. Vi contribuisce per se stessa, di propria virtù, essendo acqua che spegne il fuoco; vi contribuisce per i meriti dei servi di Dio, i quali possono molto presso il Signore con le loro preghiere, penitenze ed altre buone opere. Si osservi che, se chi porge l'elemosina non è in stato di grazia, l'elemosina non avrà lo stesso valore nè per sè, nè per altri; ma se i poveri a cui viene data sono amici di Dio, le preghiere e le opere sante, fatte grazie all'elemosina, sollevano moltissimo i defunti. C'è anzi da sperare che per le preghiere delle anime, alle quali l'elemosina porge refrigerio, il Padre delle misericordie farà grazia tale a quel peccatore, che lo porterà a convertirsi. Dobbiamo inoltre essere tanto più solleciti a soccorrere i poveri con l'intenzione di sollevare le anime purganti, in quanto facciamo insieme l'elemosina corporale e spirituale, ed esercitiamo la carità verso il prossimo in tutta la sua estensione. Siamo dunque liberali verso i poveri, figli di Dio come noi e membri di Gesù Cristo. Se il tale parente od amico, cui piangiamo, fosse vivo, non risparmieremmo nulla per essergli grati; se ammalato, non temeremmo di fare spese per porgergli qualche sollievo. Or bene, eccoli a noi davanti, divorati da fiamme crudeli; temeremmo forse di porgere una moneta per sollevare le loro pene? Deh! allorquando un povero busserà alla porta, o stenderà la mano verso di noi rappresentiamoci un'anima sofferente che si rivolga a noi per supplicarci d'avere pietà di lei e delle sue afflizioni; questo pensiero ci commuoverà ed intenerirà il cuore. Si, diamo, diamo molto; «facciamoci degli amici per mezzo delle inique ricchezze: affinché quando veniamo a mancare, ci accolgano nelle dimore eterne (s. Luca XVI, 9).» Non c'è miglior modo da far fruttare il nostro denaro. È l'innocente usura, di cui s. Agostino così dice: «Vuoi tu imparare a trafficar bene ed ottener grandi interessi dal tuo danaro? dà quello che non potrai serbare, per ottenere quel che non potrai più perdere.»

Pensiero del giorno

[...] più si va avanti e più ci si deve accorgere che il dissidio tra le due correnti [quella fedele al Magistero della Chiesa e quella modernista, n.d.r.], non è di forma, ma di sostanza; non è intorno al modo col quale si debba esprimere ed insegnare la verità, ma intorno alla verità stessa. Siamo in pieno modernismo. Non il modernismo ingenuo, aperto, aggressivo e battagliero dei tempi di Pio X, no. Il Modernismo d'oggi è più sottile, più camuffato, più penetrante e più ipocrita. Non vuol sollevare un'altra tempesta, vuole che tutta la Chiesa si trovi modernista senza che se ne accorga.

[Pensiero tratto dal diario di Mons. Luigi Carlo Borromeo (1893 – 1975), vescovo di Pesaro].

domenica 23 novembre 2025

Un blog dedicato ai cattolici attratti dalla vita devota

Spesso Maristella mi scrive dei messaggi di incoraggiamento che mi trasmettono conforto, entusiasmo e devozione. Le sono sinceramente grato per avermi dato durante l'estate 2015 il permesso di pubblicare i suoi scritti spirituali coi quali posso rendere il blog più interessante (diverse persone mi hanno confidato di apprezzare quel che scrive). Nonostante abbia poco tempo libero, ha dedicato molte ore per scrivere post per il blog. E lo ha sempre fatto in maniera disinteressata, infatti non mi ha mai chiesto nulla in cambio. Non avendo fratelli di sangue (è figlia unica), mi ha "adottato" come suo fratello spirituale. Oggi ripubblico alcuni messaggi che mi ha inviato tramite Whatsapp e che ho raggruppato e fusi assieme. 



Caro fratello in Cristo, 
                                 se sapessi il bene che mi fai! Guarda oggi mi hai fatto proprio commuovere. Io frequento quotidianamente il tuo blog. Ne conosco parecchi ma il tuo mi sembra unico, profuma di letizia e di fede.

Vorrei davvero ringraziarti per il blog che trovo sempre estremamente interessante. C'è una tale varietà di argomenti, di insegnamento, di meditazioni che l'anima devota ne viene colpita e continuamente stimolata a perfezionarsi. Sto imparando molte cose importanti, la mia fede e la mia devozione si stanno nutrendo e rafforzando. Per quel che posso lo sostengo volentieri perché mi ispira desideri di bene. Rafforza la mia fede, sostiene la mia speranza, incita la carità. Anche per me la tua vicinanza spirituale è molto preziosa.

Grazie perché continui ad aggiornare il blog! Posso capire la fatica e lo sconforto e la tentazione di lasciare tutto. Io ti capisco, davvero ti capisco (...). Anche per me tu sei una consolazione. Sapere che esistono persone come te, come Clara, come Eleonoram per me è una consolazione. 

Maristella



Carissima in Cristo, 
                                per me il blog è un mezzo per servire il prossimo. Dammi pure dei consigli, dei suggerimenti, delle indicazioni, ecc. Voglio rendere il blog ancora più di tua edificazione, poiché voglio vederti ardere d'amore per la Santissima Trinità, fine ultimo della nostra esistenza.

Ho apprezzato molto le belle parole di incoraggiamento che mi hai fraternamente rivolto. Sapere che il mio blog sulla Tradizione ti è di edificazione spirituale mi gratifica molto. Infatti lo scopo principale dei miei siti internet a carattere religioso consiste appunto nel dare gloria a Dio facendo del bene alle anime. Ci sono tanti siti web che si dichiarano cattolici, tuttavia non tutti edificano le anime, anzi ce ne sono molti che sono insipidi o addirittura seminano confusione (quelli filo-modernisti) e altri che, pur dichiarandosi fedeli alla Tradizione, in realtà fanno il gioco del demonio, poiché seminano delusione, sconforto, scoraggiamento, e a volte persino dubbi su questioni di fede (ad esempio sull'indefettibilità della Chiesa Cattolica).

Io invece desidero che i miei blog, con l'aiuto di Dio, producano buoni frutti spirituali infondendo nelle anime dei lettori conforto, coraggio nel combattimento in difesa della fede, distacco del cuore dalle cose futili, amore per la Santissima Trinità, un ardente desiderio di praticare con fervore le virtù cristiane, l'ansia apostolica per la salvezza eterna delle anime, la premura per le vocazioni sacerdotali e religiose, una tenera devozione per la Beata Vergine Maria, ecc.

Prima di pubblicare un post cerco di domandarmi quali effetti potrebbe provocare nelle anime di voi carissimi lettori. Se temo che il post possa produrre effetti negativi (smarrimento, tristezza, sconforto, ecc.) evito di pubblicarlo, se invece presumo che possa essere edificante, allora lo pubblico volentieri. La mia missione è di edificare le vostre anime. Voglio che in quest'epoca drammatica (da un punto di vista spirituale) che stiamo vivendo, per voi il blog sia come una sorta di “oasi di pace” nella quale ritemprare lo spirito.

Il blog riceve migliaia di visite all'anno. Non sono poche ma non sono nemmeno tante. Molti siti web dei nemici della Chiesa, di alcuni ambienti tradizionali dallo “zelo amaro” (cioè lo zelo che sotto apparenze di bene produce in realtà frutti cattivi), dei “comunistelli di sacrestia” (i modernisti), e di altra gente che semina zizzania, sono molto più frequentati del mio. Anche io potrei facilmente incrementare il numero dei lettori pubblicando pettegolezzi che circolano negli ambienti ecclesiali, scrivendo post che incitano all'odio e al rancore verso i nostri nemici, seminando polemiche qualunquiste, e cose di questo genere. Ma a cosa gioverebbe tutto ciò? Queste cose non edificano le anime. Pertanto ho deciso di fare una scelta mirata: indirizzare il mio blog a una determinata categoria di persone, ossia quella delle anime attratte dalla vita devota. Lo so che questa scelta è penalizzante dal punto di vista del numero dei visitatori, ma a me interessa la qualità degli utenti, non la quantità. A che mi servirebbe avere 3 milioni di visite all'anno, se poi le anime non rimanessero edificate? Sono consapevole che questa decisione condanna “Cordialiter” ad essere un blog di nicchia, poiché sono poche le persone (anche tra i “cattolici praticanti”) interessate all'ascetica, cioè alla ricerca della perfezione cristiana. Il mio lavoro è diretto a sostenere anime come la tua, cioè che aspirano a praticare un'intensa vita spirituale. Infatti quando scelgo di pubblicare un post penso a te e ad altri lettori e lettrici spirituali coi quali sono in contatto. In pratica voi siete il mio modello di riferimento: se presumo che un post possa edificarvi, allora lo pubblico, se invece mi sembra che possa lasciarvi indifferenti, allora preferisco non pubblicarlo (tranne se c'è qualche altra seria ragione per cui ritengo opportuno pubblicarlo ugualmente).  

Nutro molta stima nei tuoi confronti perché sei una seguace di Gesù Cristo che non vuole adeguarsi alla mentalità mondana, come purtroppo hanno fatto i seguaci dell'eresia modernista. Tu hai un marito, una figlia, un lavoro intellettuale che tanti vorrebbero avere, potresti vivere alla maniera dei mondani, cioè come se Dio non ci fosse, e dedicarti a svaghi, viaggi, cinema, ristoranti raffinati, balere e divertimenti vari, invece preferisci rimanere fedele al nostro amatissimo Redentore Divino, tenendoti alla larga dagli svaghi di mondo e curando invece la vita interiore. Frequenti la splendida Messa in Rito Ambrosiano antico, fai buone letture spirituali, accetti il Magistero perenne della Chiesa, dedichi parte del tuo tempo all'orazione e alla vita devota, cerchi di compiere bene i doveri del tuo stato, ecc. Tu non vivi in un monastero di clausura, ma nel mondo, ed oggi non è facile avere il coraggio di saper andare controcorrente senza farsi trascinare dalla mentalità progressista e mondana che dilaga nella società. Ecco perché ti stimo, perché nonostante le tante difficoltà, incomprensioni, critiche, che noi tutti subiamo, stai continuando a combattere la buona battaglia della fede da vero soldato di Gesù Cristo. Conducendo uno stile di vita ascetico stai dando una testimonianza schietta ed aperta della bellezza della vita cristiana (si tratta di una vera e propria forma di apostolato), e in questo modo stai combattendo l'errore modernista che vorrebbe annacquare il Vangelo facendo dei compromessi al ribasso con la mentalità mondana. Non arrenderti mai!

Mi avvio a concludere questo post ringraziandoti per la tua vicinanza spirituale e per le belle e-mail (e i messaggi su Whatsapp) che mi hai scritto e che ho pubblicato in passato. Inoltre ti sono sinceramente grato per il fatto che quasi mensilmente sostieni il mio impegno sul web inviandomi un libero contributo economico. Io non sono un pensionato, sono un ragazzo, e senza il tuo aiuto e quello di altre persone dal cuore grande, non potrei permettermi di dedicare diverse ore al giorno per gestire i miei blog e rispondere a tante e-mail. Se i miei siti internet hanno fatto del bene a qualcuno, il merito è certamente di Dio, perché senza di Lui non possiamo fare nulla di buono, ma è anche di persone pie e generose come te, senza le quali avrei dovuto abbandonare i blog già da diverso tempo. Supplico il Redentore Divino, per intercessione della Mediatrice di tutte le grazie, di ricompensarvi con la grazia della perseveranza finale, nella speranza di poterci trovare tutti assieme nella Patria Celeste, per lodare la Santissima Trinità per omnia sæcula sæculorum.

Cara Maristella, tu mi trasmetti entusiasmo e devozione, la tua vicinanza spirituale è preziosa. La lettera cartacea che mi hai scritto a Pentecoste la conservo con gratitudine. Mi sei di grande conforto e incoraggiamento. Oh, come è difficile in questa società secolarizzata trovare persone sincere, fraterne e devote come te! Sono contento della nostra fraterna amicizia, vorrei averne tante altre di amicizie del genere. Ti confesso che diverse volte mi è venuta in mente l'idea di abbandonare i miei blog a causa dell'enorme quantità di tempo che assorbono (basti pensare che ho risposto a decine di migliaia di e-mail), ma poi pensando alle persone devote come te che li seguono con vivo interesse, ho deciso di continuare quest'opera per la vostra edificazione spirituale.

Rinnovandoti la mia stima e il mio affetto fraterno, ti saluto cordialmente in Cordibus Jesu et Mariae.

Cordialiter

Pensiero del giorno - L'apostolato della Messa celebrata devotamente

La Messa è un tesoro ineffabile, più grande mille volte di tutta la creazione [...] Non vi è un apostolato più bello di una Messa celebrata bene e santamente. La rovina del mondo è dovuta principalmente alla Messa celebrata male! È un orrore che non distrugge l'essenza della Messa, ma ne devasta la fioritura.

[Brano tratto da "Fui chiamato Dolindo, che significa dolore..." di Don Dolindo Ruotolo, Apostolato Stampa].

sabato 22 novembre 2025

San Tommaso Moro e il pensiero dell'eternità

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Tommaso Moro, gran cancelliere di Inghilterra, rigettava senza riguardo alcuno le proposte del suo re, che voleva separarlo dalla Chiesa cattolica. Per la qual cosa Arrigo VIII lo fece chiudere in prigione, minacciando la morte al suo ministro, se egli non si piegava a rinnegare la Religione di Roma, ed a riconoscere lo scisma. Ma il Moro non si spaventò a tali minacce, risoluto com'era, a sacrificar la vita piuttosto che i doveri di coscienza. Già da quattordici mesi egli languiva nel carcere, quando ad ora insolita sentì stridere i catenacci della prigione e aprirsi le porte. Un brivido gli corse per le ossa; credeva fosse il carnefice: invece vi entrava una donna piangente accompagnata da due fanciulli. Quale vista dolorosa! I bamboli corrono ad abbracciare le ginocchia del prigioniero: erano i suoi figli; e la donna gettandosi tra le braccia di lui: - O marito, gli disse, o parte del mio cuore, e ti basterà l'animo di veder tua moglie così desolata, di lasciare questi tuoi figli coperti di onta e disonore? Una volta ancora Arrigo ti concede la grazia, accetta per pietà i patti suoi, avrai salva la vita. 

L'illustre prigioniero alza gli occhi al cielo, una lagrima involontaria gli bagna le guance, le sue mani vanno come per istinto a posarsi e confondersi nei biondi capelli dei suoi figli e prega ... Indi rivolto alla moglie, che dirottamente piangeva, le disse: - Luigia mia, quanto tempo potremo noi vivere ancora insieme? - Dieci, venti, forse anche trenta anni. - E per venti o trenta anni di vita, vuoi tu ch'io rinunzi un'eternità? 

Fermo quindi e costante nei suoi doveri verso la Chiesa, egli lasciava il capo sotto la scure del carnefice il 5 luglio del 1535 cominciando quella beata eternità, che non volle cambiare con pochi anni di questa misera vita.

Pensiero del giorno

Fa pena il vedere taluni che, ricevuta la Comunione, dopo due o tre minuti, usciti dalla chiesa, riprendono la vita quotidiana distratti, dissipati, mostrandosi nei rapporti col prossimo alteri, superbi ed intolleranti, poco curandosi della carità e del buon esempio. Quale frutto ricevono costoro dalla Comunione, forse quotidiana? A costoro Gesù potrebbe dire: Povere anime, così vi accostate alla Mensa Eucaristica?

[Brano tratto dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli].

venerdì 21 novembre 2025

Il peccato di avarizia rischia di far dannare l'anima

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Nel secolo XVI la città di Rimini fu colpita da una fame terribile. Il prezzo del grano salì in modo straordinario, e la povera gente languiva. In mezzo a tanta costernazione esultava nel suo cuore un famoso avaro, che aveva i suoi granai pieni di frumento. Costui non volle aprirli nella speranza che il prezzo crescesse sempre di più, e per togliersi ogni seccatura, lasciata la famiglia in città, se ne andò a stare in campagna. Però ogni giorno faceva alla città la sua visita per informarsi del come andassero le cose, ed erano per lui giorni di letizia quelli in cui sentiva dire che i prezzi aumentavano. Intanto due signori di Rimini, recatisi nelle Puglie, fecero una provvista straordinaria di grano per beneficare la loro città, e realmente la beneficarono, giacché a un tratto il prezzo del grano ribassò della metà. Nel giorno, in cui successe questo fatto, secondo il solito l'avaro si recò a Rimini. Per la strada si imbatté in tanta gente allegra come una pasqua. Domandò che cosa fosse successo, e n'ebbe in risposta: Evviva! il grano è ribassato della metà di prezzo! - L'avaro ricevette una vera stoccata al cuore. Lungo il cammino imbattendosi in persone che lo salutavano, non sapeva rispondere che così: Ribassato della metà! Fu assalito da un gran malore e si getta al letto brontolando: Ribassato della metà! Si chiamò il medico, il quale gli domandò che avesse, ed egli non rispose altro che il suo: Ribassato della metà. Si chiamò un confessore, ma davanti a lui non disse altro che: Ribassato della metà. Il male si aggravò: la morte venne, ed egli morì esclamando: Ribassato della metà. Ecco quale morte fece questo infelice che si era reso schiavo del peccato della avarizia.

Pensiero del giorno

Non c'è mezzo più efficace, più pratico, più facile a tutti per santificarsi, che rendere soprannaturali tutte le proprie azioni; questo mezzo basta da solo ad elevare in breve tempo un'anima al più alto grado di santità. Ogni atto è allora un germe di grazia, perchè la fa germogliare e crescere nell'anima, e un germe di gloria, perchè aumenta nello stesso tempo i nostri diritti alla beatitudine celeste.

[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928].

giovedì 20 novembre 2025

Maristella trova conforto in Dio (lk)

Pubblico un messaggio che mi ha inviato Maristella, che ringrazio per avermi concesso la possibilità di pubblicare i suoi scritti.

 

Caro fratello in Cristo, 
qualche breve parola. Ringraziando Dio stiamo tutti bene, anche se stiamo vivendo un tempo di prove per problemi di salute dei nostri familiari. Penso sinceramente che senza l'aiuto di Dio non potrei mai reggere il peso di questo tempo, mi rifugio nella preghiera e nella frequenza ai Sacramenti quando posso. In Lui trovo refrigerio e riposo, calma e consolazione. Se rifletto sugli atroci dolori sofferti da Gesù nella Sua dolorosa Passione mi rendo conto che le mie sono piccole croci. Le piccole preghiere che ripeto il più spesso possibile nella mia giornata mi aiutano a restare vicina a Dio, per implorare e ottenere il Suo aiuto. Ma quanto è leggera e delicata la Sua voce! Ricordo un passo della Bibbia in cui un profeta immagina che la voce di Dio sia come una tempesta e si meraviglia di sentire come il sussurro della brezza.

In alcune giornate è necessario combattere contro i pensieri e le ansie che cercano di soffocare la buona semente della Fede. Tutto diventa impossibile se devo fare conto sulle mie forze, ma tutto cambia se chiedo aiuto gridando (nel cuore!) alla Santissima Trinità, alla Vergine Maria, alla Comunione dei Santi, al mio Angelo custode, alle Anime del Purgatorio. Mi stupisco dei "grandi e silenziosi miracoli" (per dirla con don Dolindo nell'Atto di abbandono a Gesù) che risolvono situazioni che a me sembravano impossibili.
Le persone che mi conoscono sorridono quando io dico "ringraziando Dio"...  Io so cosa Lui fa per me e non potrò mai ringraziare abbastanza.

Gesù nella vita è una grazia immensa, un dono che ha un valore infinito. Mi dispiace per le persone che non lo hanno ancora accolto e prego perché tutti giungano a pregare, onorare e amare Gesù.

Uniti nella preghiera, nei Cuori Immacolati 
🙏🙏🙏
Maristella

Pensiero del giorno

Se non tutti devono fare voto di povertà - la vita di famiglia non lo consente - tutti però devono acquistare e praticare « lo spirito di povertà », cioè arrivare al distacco affettivo dai beni della terra, in modo da non porre in essi il loro tesoro, da non ricercarli con avidità e spirito di cupidigia. Coloro che, come i padri e le madri di famiglia, hanno il dovere di amministrare dei beni e di accrescerli per mezzo di un onesto lavoro, devono farlo con ordine, ossia evitando che gli affari e gli interessi materiali li distolgano dall’attendere agli interessi dell’anima e ai doveri verso Dio. « Che giova mai all’uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde l’anima? » (Mt. 16, 26). Ed a chi possiede poco e vive in strettezze materiali, lo spirito di povertà richiede di accettare serenamente e con pazienza le proprie condizioni, vedendo in esse un invito a imitare più da vicino la vita di Gesù povero.

[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

mercoledì 19 novembre 2025

Nel fronte modernista c'è un'atmosfera da fine impero

Anni fa una lettrice del blog mi scrisse una lettera col cuore in lacrime per la confusione dottrinale che serpeggia tra i cristiani. Ecco la mia risposta.


Cara sorella in Cristo,
                                      stai facendo benissimo a leggere gli scritti dei Sommi Pontefici, è come se stessi prendendo un vaccino contro i morbi pestilenziali (cioè le eresie e le ambiguità dottrinali) che imperversano nel mondo facendo strage di anime. Per esempio le Encicliche "Casti Connubii" e “Humanae Vitae” insegnano che l'uso degli anticoncezionali è intrinsecamente perverso, pertanto non possono mai essere utilizzati per impedire la procreazione. Invece i modernisti seminano un sacco di confusione facendo credere che in alcuni casi (ad esempio se i coniugi sono poveri) possono essere utilizzati lecitamente. Ciò è falso, ma purtroppo sono tanti quelli che credono alle loro menzogne.

Adesso la battaglia principale è quella in difesa dell'indissolubilità del matrimonio. Gesù ha affermato esplicitamente che non è lecito lasciare il proprio coniuge per prenderne un altro. Lui è Dio, e se ha vietato il divorzio lo ha fatto per il bene della società e di ciascuno di noi. Ma ora i novatori vorrebbero sdoganare il divorzio separando la pastorale sulla famiglia dalla tradizionale dottrina cattolica sul matrimonio. Ma questa è un'assurdità! La pastorale per dare buoni frutti deve essere ancorata alla dottrina, non può esserle in contrasto. I novatori affermano: “Gesù ha vietato il divorzio, ma noi per motivi pastorali dobbiamo permetterlo”. Ma una cosa del genere sarebbe un calpestare la Legge di Dio! Allora ragionando allo stesso modo i novatori potrebbero chiedere (sempre per motivi pastorali) di sdoganare anche l'aborto, la contraccezione, la fornicazione, il furto, la menzogna, e qualsiasi altro peccato.

I divorziati risposati non possono ricevere la Comunione, perché per ricevere il Corpo di Cristo è necessario essere sinceramente pentiti dei peccati mortali commessi. Ma se un divorziato non vuole lasciare la concubina con la quale vive “more uxorio”, come può essere davvero pentito del peccato di adulterio? Se un divorziato risposato, pur senza essere pentito delle sue colpe, può essere ammesso alla Comunione, allora per “par condicio” bisognerebbe ammettere tutti coloro che hanno commesso dei peccati mortali e non vogliono chiedere perdono a Dio col proposito di non peccare più. Quindi per motivi pastorali e per non discriminare nessuno dovrebbero essere ammessi alla Comunione tutti coloro che non vogliono pentirsi delle proprie colpe, magari anche quelli che sono convintamente massoni, eretici, atei, apostati e mafiosi? Assurdità delle assurdità! Roba da comiche finali! Penso che presto il movimento modernista verrà spazzato via e finalmente ci sarà il trionfo del Cuore di Maria promesso a Fatima. 

Dio ci ha messo su questa terra in un periodo particolarmente difficile per la Chiesa, si tratta di una vera e propria prova d'amore. Coloro che lo amano poco si arrendono e si lasciano trascinare dalla mentalità mondana che dilaga nella società. Al contrario, coloro che lo amano assai, decidono di non arrendersi e di continuare a combattere senza tregua la buona battaglia in difesa della fede, costi quel che costi. Militia est vita hominis super terram (Iob 7,1). Non siamo stati messi in questo mondo per “fare vacanza” e godere una vita comoda, ma per combattere la battaglia spirituale per la salvezza eterna dell'anima. Anche se la battaglia è dura e faticosa, non dobbiamo rattristarci. 

“Gaudere et exultare nos voluit in persecutione Dominus, quia tunc dantur coronae fidei, tunc probantur milites Dei”, diceva l'eroico vescovo San Cipriano. È così, il Signore vuole che nelle persecuzioni dobbiamo gioire ed esultare, perché è in esse che vengono messi alla prova i soldati di Dio e si riceve la corona della fede.

In Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter

Pensiero del giorno

Quali che siano le prove, le tentazioni, le fatiche, le debolezze, non siam forse sicuri della vittoria finale, quando rammentiamo che Colui che è la stessa onnipotenza e a cui nulla resiste, vive in noi e mette a nostro servizio la divina sua virtù? Possiamo certamente toccar parziali sconfitte, passar per dolorose angosce, ma siamo sicuri che, appoggiati su di lui, trionferemo e che le stesse nostre croci non servono che a farci maggiormente amar Dio e a moltiplicarci i meriti.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]