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martedì 9 dicembre 2025

Elemosina ricompensata

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].
 

Alfredo, re d'Inghilterra, ebbe una volta il suo regno invaso dai barbari, e si trovò costretto a rifugiarsi in una foresta attorniata da paludi, e ricoverarsi in una miserabile capanna. Un giorno che si trovava solo colla sua moglie, della quale si sforzava di calmare l'agitazione e il dolore col leggerle qualche brano delle divine Scritture, sentì un povero battere alla porta e domandare la elemosina. - Che abbiamo da fargli? - domandò Alfredo alla sua compagna. - Ahi! esclama costei: non ci resta più che un solo pane. - Ebbene, soggiunge il principe, diamone a questo povero la metà. Quel Dio, che con cinque pani poté nutrire cinquemila persone, potrà bene col mezzo pane mantenerci la vita. - Spezzò quel pane e fece l'elemosina. Dopo qualche istante giunse un messo ad annunziare al principe, che erano inaspettatamente arrivate moltissime navi in sua difesa. Infatti coll'aiuto di queste Alfredo poté respingere i nemici e riacquistare il suo trono. Disse allora: - Dio mi ha voluto premiare della mia carità.

Pensiero del giorno

Una Messa detta con devozione apporta devozione ad ognuno che la sente; al contrario una Messa strapazzata fa perdere la devozione agli assistenti, e quasi anche la fede.


[Pensiero tratto da "La Messa e l'Officio strapazzati" di Sant'Alfonso Maria de Liguori].

lunedì 8 dicembre 2025

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Dobbiamo avere fiducia in Maria Ausiliatrice

Don Bosco con Maria Ausiliatrice e Gesù Bambino
[Brano tratto da "Catechismo di San Pio X commentato con fatti, detti, sogni e scritti di San Giovanni Bosco", Volume 2°, Libreria Dottrina Cattolica, 1950].


Trovandosi un Commendatore, quasi morente nel proprio letto, in età di 83 anni, si presentava a lui Don Bosco. All'esile saluto dell’infermo il Santo rispose che non sarebbe morto, poiché la Madonna avrebbe ancora avuto bisogno della sua opera generosa. Il Commendatore, colpito a quell'annunzio, fattogli un volto ilare e sereno: 

— Se guarisco, disse, prometto di pagare per sei mesi duemila franchi al mese per la chiesa di Valdocco.

— Ebbene io ritornerò all'Oratorio e vi farò far tante preghiere a Maria Ausiliatrice, che spero ella le otterrà la grazia di guarire. Abbia fiducia. Maria è Virgo potens.

E, prima di partire, fece sopra l’infermo una preghiera e gli diede la benedizione. Tre giorni dopo, mentre Don Bosco si trovava nella sua camera, gli si annunzia la visita di un signore: viene introdotto. Era il Commendatore, il quale gli disse: 

— Sono qui: la Madonna mi ha guarito contro l’aspettazione di tutti e con sommo stupore della mia famiglia e dei conoscenti. Ecco i duemila franchi promessi per questo mese.

Poi soddisfece puntualmente alle altre rate della sua promessa, e conservò sempre la più profonda gratitudine a Maria Ausiliatrice. Veniva sovente a portare elemosine a Don Bosco dicendo: «Più le porto denaro per le sue opere e più i miei affari vanno bene. Io provo col fatto che il Signore mi dà anche nella vita presente il centuplo di quello che io dono per amor suo».

Pensiero del giorno

Quanto più apparteniamo all’Immacolata, tanto meglio comprenderemo e ameremo il Cuore di Gesù, Dio Padre e la Santissima Trinità.
 

(San Massimiliano Maria Kolbe)

domenica 7 dicembre 2025

Canale Telegram "Cordialiter"

Cari amici,

informo i nuovi lettori del blog che nel giugno del 2022 ho aperto un canale su Telegram. Per trovarlo e iscrivervi vi basta aprire l'app sul vostro smartphon, poi premere sul simbolo della lente d'ingrandimento in alto a destra e scrivere "Cordialiter" sulla barra delle ricerche. Una volta entrati nel canale, se ci si vuole iscrivere per ricevere gli aggiornamenti bisogna premere sul tasto "Unisciti" in basso.

Sursum corda!

Le umiliazioni

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 - 1953).


O Gesù, umiliato per me fino all’abiezione, insegnami ad umiliarmi per amor tuo. 

1 - A molti piace essere umili, ma a pochi piace essere umiliati; molti con fervide preghiere chiedono a Dio l’umiltà, ma ben pochi chiedono l’umiliazione, eppure senza umiliazione è impossibile conseguire l’umiltà, perché, come lo studio è il mezzo per acquistare la scienza, così l’umiliazione è il mezzo per acquistare l’umiltà. 

Finché desideri l’umiltà, ma non sai accettare le umiliazioni, non puoi pensare di essere sulla via dell’umiltà vera; e, anche se in certi incontri sai comportarti umilmente, si tratta più di umiltà superficiale e apparente che di umiltà reale e profonda. L’umiltà è verità e perciò ti dice che, non avendo di tuo altro che il peccato, per diritto di giustizia non ti spetta che l’umiliazione e la disistima. Se Tu fossi realmente convinto di ciò, troveresti molto giusto che tutti ti umiliassero, ti trattassero male, ti disprezzassero. E infatti, quali onori e riguardi merita colui che ha offeso il suo Creatore, quando un solo peccato, sia pure veniale, è più deplorevole e merita maggior disprezzo di qualsiasi stato di miseria, di povertà, d’ignobilità terrena? 

Profondamente persuasi di ciò, i Santi non ritenevano mai troppo gravi le umiliazioni che venivano loro inflitte, anzi le trovavano sempre inferiori a quanto pensavano di meritare. «Non ho mai sentito dire tanto male di me - diceva S. Teresa di Gesù - da non vedervi insieme che era ancora troppo poco. Se mi accusavano falsamente sopra un punto, vedevo che avevo offeso il Signore sopra molti altri e che mi facevano una grande carità a non parlarne» (Cam. 15, 3). 

«Abbi dunque pazienza nelle tue umiliazioni perché, come col fuoco si saggia l’oro, così l’uomo nel crogiuolo dell’umiliazione» (cfr. Ecli. 2, 4 e 5). Se senti il peso della tua superbia e desideri davvero di esserne liberato, accetta in pace le umiliazioni e per mezzo di esse il Signore spezzerà il tuo orgoglio. 

2 - Più che procurarti umiliazioni di tua iniziativa, disponiti ad accettare bene quelle che ti vengono inflitte contro il tuo genio. Perché, mentre nelle umiliazioni che tu stesso t’imponi può mescolarsi un orgoglio sottile - come sarebbe, ad esempio, quello di voler esser ritenuto umile - tale pericolo non esiste affatto per le umiliazioni che, tuo malgrado, ti vengono dagli altri. Anche in questo caso, però, per produrre il suo frutto l’umiliazione deve essere accettata volontariamente. Infatti, non è l’umiliazione in se stessa che ti rende umile, ma l’atto di volontà con cui l’accetti. S. Bernardo insegna che è ben diverso essere umiliati dall’essere umili. Si può dire che, in un modo o nell’altro, tutti incontrano umiliazioni nella vita, eppure pochi sono quelli che diventano umili, appunto perché pochi sono quelli che accettano l’umiliazione e vi si sottomettono con pazienza. 

Che ti vale ricevere umiliazioni se, anziché accettarle, reagisci e le respingi con risentimento, con dispetto, e ti sdegni contro chi te le procura? 

Certo, l’umiliazione non può essere gradita alla nostra natura orgogliosa e suscettibile, tuttavia, pur sentendone l’amarezza, devi sforzarti di accettarla di buon volere ripetendo in cuor tuo: buon per me, o Signore, che mi hai umiliato. Se, nonostante tutte le ripugnanze e i risentimenti della natura, con un atto di volontà ti sottometti all'umiliazione [...], un po’ alla volta diventerai umile. Un po’ alla volta il pane duro ed amaro delle umiliazioni ti diventerà dolce e soave; ma a questa soavità si giunge solo dopo un lungo esercizio, chè, del resto, quel che più conta non è la soavità, ma la volontà di accettare tutto quel che ci umilia. [...]

Colloquio - «O Signore, che ingiuria si potrà mai fare ad una persona come me che ha meritato d’essere tormentata dai demoni per tutta l’eternità? Se mi trattano male in questo mondo, non è forse con giustizia? Veramente, o Signore, io, sotto questo aspetto, non ho proprio nulla da offrirti... Mi riconosco così colpevole innanzi a te, da vedere che mi trattano ancora troppo bene coloro che mi ingiuriano, quando, per non conoscere chi sono, come Tu mi conosci, credono di offendermi» (T. G. Cam. 36, 2). 

Mio Dio, è ben vero! l’unica cosa che a me peccatore spetta di diritto è l’umiliazione, l’ingiuria, il disprezzo. Eppure come sono riluttante e eccessivamente sensibile di fronte a tutto ciò che ferisce il mio orgoglio! Tu lo sai, mio Dio, quanto io desidero di essere spogliato dalla mia superbia; sì, posso ben dire che, con l’aiuto della tua grazia, la detesto e nulla in me mi sembra più odioso. Tuttavia non ne so accettare il rimedio che Tu mi presenti. Come avrò, Signore, il coraggio di chiederti umiliazioni, quando tante volte le ho respinte, mutandole da medicina, in occasione di nuovi atti di orgoglio? 

Quante volte, anziché vedere nelle umiliazioni il rimedio da te procuratomi per guarirmi dalla superbia, il mio sguardo si è fermato alle creature di cui ti servivi per umiliarmi e mi sono irritato, sdegnato contro di esse, mi sono ribellato come di fronte ad un’ingiustizia. Come sono cieco, o Signore, come ho deviato dalle tue vie! Vieni a ridare la luce all’anima mia, vieni a mettermi nella verità, vieni a ricondurmi sulla via buona e sicura delle umiliazioni. 

Non ti chiedo particolari umiliazioni, ma ti chiedo di disporre il mio cuore ad accettare bene quelle che nel tuo amore e nella tua misericordia infinita, fin dall’eternità, hai preparate sul mio cammino. Tu hai preparato la medicina adatta alla mia superbia; se fino ad oggi tanto spesso ho rifiutato di accostarvi le labbra, ora aiutami a non lasciarmene più sfuggire la minima porzione. Sono malato, o Signore, e come il malato desidera il farmaco che lo guarisca, e lo trangugia anche se amaro, così io, sostenuto dalla tua grazia, voglio accettare, voglio sorbire fino all’ultima goccia ogni umiliazione. Ma aiutami Tu, o Gesù dolcissimo che hai voluto conoscere l’umiliazione, perché senza di te non so che venir meno ai miei propositi. 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].


(.)

Pensiero del giorno

L'amor di Dio è la virtù regina di tutte le altre virtù: è quella che costituisce tutta la perfezione cristiana.


[Brano tratto da "Invito alla santità" di Don Giuseppe Frassinetti (1804 - 1868), Città Nuova, Imprimatur + Aloisius Liverzani, Episcopus Tusculanus - Frascati, 13 maggio 1981].

sabato 6 dicembre 2025

Commovente lettera di un tenente degli alpini prima di morire

Foto di alpini con la bandiera italiana
Dagli scritti di un ex cappellano militare dell'Armir (Armata Italiana in Russia).


[...] un infermiere chiama: — Il Tenente H. sta male — Vengo subito! 

Il tenente H. degli alpini è stato operato di peritonite. Ora è finita. Si è disposto e preparato alla morte in un modo commovente: sente che è giunta l’ora.

— Cappellano, vorrei scrivere a casa per l’ultima volta. 

— Dimmi, scrivo io o mi detti tu? 

— Detto io. 

— Eccomi. 

— « Caro papà, cara mamma, cara sorella, prima di morire vi mando l’estremo saluto. Non piangete, ci ritroveremo ancora tutti, io ho fatto il mio dovere.

« Caro papà, mi rincresce di non poterti aiutare nella tua vecchiaia, ma ti ringrazio per tutti i sacrifici che hai fatto per me. Scusami se non sono sempre stato buono, ma ti ho voluto molto bene. 

« Cara mamma, non so che dirti, ti bacio. Non piangere... Sii fiera che muoio per la Patria; il Signore ti conforterà... ti bacio ancora... 

« Cara Olga, ti vorrei dire molte cose, ma non posso. Conforta papà... e mamma, e... »

C'è un aggravamento; mi getta le mani al collo: gli dò l’ultima benedizione, il foglio della lettera è bagnato di lacrime... 

Ora è spirato. E la lettera? 

La completerò e la spedirò nel giorno della sepoltura. 

[Brano tratto da "La croce sui girasoli", di Don Aldo Del Monte, Edizioni San Paolo, 1945].

Pensiero del giorno

Oh, compatiamo, compatiamo sempre quelli che soffrono: solo chi ha provato può intendere che cosa diventa un povero cuore provato da strette tanto terribili!


[Brano tratto da "Fui chiamato Dolindo, che significa dolore..." di Don Dolindo Ruotolo, Apostolato Stampa].

venerdì 5 dicembre 2025

Il Santo Sacrificio della Messa

Santa Messa
Pubblico un bel messaggio spirituale che mi ha inviato Maristella.


Caro fratello in Cristo vorrei davvero ringraziare con una bella preghiera il buon sacerdote che ogni mese celebra per noi il Santo Sacrificio della Messa.

Per noi cristiani non c'è nulla di più grande, di più importante, di più santo e di più bello della Messa.

Il Cielo scende a toccare la terra, gli Angeli accorrono intorno all'altare, la Vergine Maria inginocchiata, il Sangue di Gesù lava i nostri peccati.

Il Divino Salvatore si dona a noi, sotto le specie del pane: Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Dio che è tutto sceglie di non stancarsi di tornare tra noi che siamo solo polvere e peccato, per l'infinito amore che ha per le nostre povere anime.

🙏🙏🙏

Circa le opere filantropiche gestite dagli atei

Molte persone nel periodo natalizio fanno delle donazioni per sostenere delle opere di beneficenza di vario tipo. Il mio consiglio è di aiutare le opere benefiche gestite da cattolici, non quelle gestite da atei o da altra gente che vive come se Dio non ci fosse. Per esempio ipotizziamo che una persona voglia inviare un'offerta a un lebbrosario, a tal proposito dovrebbe riflettere sul fatto che mentre nei lebbrosari gestiti dagli atei ci si limita ad aiutare corporalmente i lebbrosi, invece in quelli gestiti da buoni cattolici si cerca di aiutare i poveri lebbrosi non solo curando le loro piaghe e dandogli il necessario per vivere, bensì li si aiuta anche da un punto di vista spirituale affinché vivano da buoni cristiani.

Oggi tanta gente vive lontano da Dio come se il salvare la propria anima fosse una cosa di poca importanza. Per questo motivo penso che bisognerebbe aiutare con delle offerte le opere che fanno apostolato per salvare le anime per la maggior gloria di Dio, non le opere filantropiche gestite dai nemici di Gesù Cristo.

Pensiero del giorno

Un atto d'obbedienza e di umiltà, oltre al proprio valore, riceve dalla carità un valore assai più grande quando è fatto per piacere a Dio, perchè allora diventa un atto di amore, cioè un atto della più perfetta tra le virtù. Aggiungiamo che quest'atto diventa più facile e più attraente: obbedire e umiliarsi costano molto alla orgogliosa nostra natura, ma il pensiero che, praticando questi atti, si ama Dio e se ne procura la gloria, li rende singolarmente facili.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928].

giovedì 4 dicembre 2025

Messa per i sostenitori del blog e i loro familiari

Venerdì 5 dicembre sarà celebrata una Messa per tutti i sostenitori del blog e i loro familiari, affinché il Signore li ricompensi con la grazia della salvezza eterna delle loro anime.

L'avarizia è un brutto vizio che può avere effetti funesti

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Non sono ancora passati molti anni, che in una grande e popolosissima città dell'Europa viveva un uomo già molto attempato, con lunga barba bianca, solito a coprirsi il capo con un berretto alla greca. Egli non si sostentava che con pane ed acqua, e non avendo alcun alloggio suo proprio, si recava alla sera a dormire in un camerone comune a molti altri poveri. Un mattino dopo essersi alzato, si sentì colpito da un forte mal di gola. Ciò non ostante, per non passare il giorno senza guadagno, volle uscire per la città per attendere al suo solito mestiere. Ma in poche ore il male si aggravò talmente che gli fu giocoforza tornarsene a letto. I suoi compagni di camerata che erano di buon cuore, sebbene ignorassero financo il nome di costui, si affrettano di correre in cerca del medico del comitato di beneficenza, il quale, andato tosto a trovarlo, gli prescrisse l'applicazione immediata di 20 mignatte [animaletti simili alle sanguisughe, che in passato venivano utilizzati per fare i salassi, n.d.r.] alla gola, dichiarando che altrimenti sarebbe stato soffocato. - Quanto costano queste mignatte? domandò l'ammalato, appena partito il medico. - Venti centesimi l'una gli risposero i suoi compagni, e così in tutto quattro lire. - Quattro lire! ... quattro lire!... (esclamò esso dibattendo le mani sul petto); e spenderò io quattro lire in una sola volta per mignatte? E dove potrei prendere queste lire se non le ho? E poi se anche le avessi, il cuore non mi reggerebbe di fare una tal spesa, io preferisco piuttosto di morire! E non volle assolutamente comprare le mignatte. All'indomani quest'infelice morì davvero, ed allorché il medico, il quale doveva constatare la sua morte, tolse via la coperta ed i lenzuoli, che l'infermo negli ultimi momenti della sua vita aveva serrati contro il suo petto, rinvenne nelle dita raggrinzate del cadavere una borsa contenente ottomila lire in oro ed in biglietti di banca. Meravigliati il medico e tutti quei che videro coi propri occhi questo fatto, non poterono contenersi dal riprovare altamente l'avarizia, stupiti come questo brutto vizio possa spingere l'uomo a tale eccesso da amare più il denaro che la vita.