La dolcezza è virtù eccellente in sè e negli effetti. [...] il grande vantaggio della dolcezza è di far regnare la pace nell'anima, pace con Dio, col prossimo, con se stesso.
a) Con Dio, perchè ci fa accettare tutti gli avvenimenti, anche più disgustosi, con calma e serenità, come mezzi di progredire nelle virtù, e soprattutto nell'amor di Dio: "Sappiamo infatti, dice S. Paolo, che ogni cosa concorre al bene di quelli che amano Dio: diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum".
b) Col prossimo: perchè, prevenendo e reprimendo i moti di collera, ci fa sopportare i difetti del prossimo e ci fa stare con lui in buona relazione, o almeno non ci lascia internamente turbare se altri s'adira contro di noi.
c) Verso se stesso: quando si è commesso qualche errore o preso qualche abbaglio, uno non si impazienta nè si irrita, ma si corregge con tranquillità, con compassione, senza stupirsi dei suoi falli, giovandosi dell'acquistata esperienza per stare più vigilante. [...] Così si conserva la pace, che è uno dei beni più preziosi.
Pratica della virtù della dolcezza
[...] Ad imitar Nostro Signore:
a) eviteremo gli alterchi, [...] le parole e gli atti offensivi o sgarbati, per non allontanare i timidi. Baderemo a non rendere mai male per male [...]; a non parlare quando siamo in collera.
b) Ci studieremo invece di trattar con riguardo quelli che ci si avvicinano; di aver per tutti viso allegro ed affabile, anche quando ci tornino noiosi e pesanti; di accogliere con bontà particolare i poveri, gli afflitti, gli infermi, i peccatori, i timidi, i fanciulli; di addolcire con qualche buona parola le riprensioni che siamo costretti a fare; di mostrarci santamente premurosi di rendere servizi, facendo talora anche di più di quanto ci si domanda, e soprattutto facendolo con grazia. [...]
I perfetti si sforzano d'imitare la dolcezza stessa di Dio, come nota l'Olier: "Dio è la dolcezza per essenza, e quando vuol parteciparla all'anima, si stabilisce talmente in lei, che ella [...] è tutta perduta in Dio, nel suo essere, nella sua vita, nella sua sostanza, nelle sue perfezioni; di modo che tutto ciò che fa lo fa con dolcezza; e anche quando opera con zelo, è sempre con dolcezza, l'amarezza e l'acredine non trovando più posto in lei come non lo trovano in Dio".














