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mercoledì 17 dicembre 2025

La Divina Misericordia e il rivoluzionario francese che sgozzò molti preti

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].

Uno dei più grandi scellerati, il quale durante i giorni della rivoluzione francese si era macchiato dei più orribili delitti, e più volte s'era bagnato nel sangue dei sacerdoti, cadde infermo. Egli aveva giurato, che niuno sacerdote avrebbe mai posto piede nelle sue stanze, o almeno, se per sorpresa vi si fosse intromesso, più non ne sarebbe uscito. Intanto la malattia assunse aspetto mortale ed un sacerdote ne venne avvisato, né gli furono dissimulate le ostili disposizioni dell'infermo. Ma non importa, il buon pastore sa che deve offrir la vita per salvar le sue pecorelle. Egli perciò fa di se stesso il sacrificio. Al vederlo, colui monta in furia e raccogliendo tutte le sue forze: - E che? esclamò egli con voce terribile. - che? un sacerdote a casa mia! Mi si diano tosto le armi! - Fratel mio, gli chiese allora il sacerdote, che volete farne? Io ne ho delle più possenti da contrapporvi, la mia carità e la mia costanza. - Presto le mie armi, ripeteva quel maniaco; un sacerdote a miei fianchi? A me le armi! ... Com'è facile immaginare, queste non gli furono recate; per lo che traendo fuori dal letto un braccio nerboruto: - Sai tu, disse allora al sacerdote, sai tu, che questo braccio ha sgozzato dodici tuoi pari? - V'ingannate fratel mio, soggiunse allora dolcemente il sacerdote; a quel numero ne manca uno; il dodicesimo non morì: il dodicesimo sono io. Mirate, proseguì poscia scoprendo il petto, ecco le cicatrici dei colpi che mi scagliaste. Iddio mi ha conservato in vita per salvarvi; e in ciò dire si gettò con tutto l'affetto al collo dell'infermo, e lo aiutò a ben morire.

Pensiero del giorno

La paternità del direttore spirituale deve sfolgorare innanzitutto nell’accogliere l’anima che si rivolge a lui. Chi di noi non ricorda certe accoglienze veramente sconvolgenti, incontri in cui veramente abbiamo avuto l'impressione di essere accolti da un uomo in cui fremeva un'altissima carica di paternità, con una straordinaria abbondanza di quei tesori di dolcezza, di bontà, di comprensione, di misericordia, da richiamarci immediatamente gli incontri di Gesù con i peccatori?

[Brano tratto da "Direzione spirituale e gioventù d'oggi", di Don Giovanni Barra, Alzani Editore, 1959].

martedì 16 dicembre 2025

La Madonna rimproverò Don Bosco sul silenzio al riguardo dell'obbligo di fare beneficenza

Don Bosco con Maria Ausiliatrice e Gesù Bambino
[Brano tratto da "Catechismo di San Pio X commentato con fatti, detti, sogni e scritti di San Giovanni Bosco", Volume 2°, Libreria Dottrina Cattolica, 1950].


Nel 1887 Don Bosco raccontò un sogno. Da più anni andava rinnovando le sue insistenze, perché si scrivesse un libretto sull'impiego che i ricchi debbono fare del danaro. Già parecchie volte ci è occorso di rilevare quanto fosse di manica stretta in questa materia. Agli stessi Salesiani pareva troppo ardito il linguaggio da lui tenuto in certi casi a persone facoltose; aveva tutta l'aria di voler scartate le opinioni benigne dei teologi intorno al modo d'intendere il superfluo delle ricchezze. Vedendosi contraddetto in queste sue idee, cessò in ultimo di ripicchiare sulla necessità di quella pubblicazione; ma il pensiero gli stava fitto in capo né mai lo abbandonava. Narrò dunque il 4 giugno: - Sognai alcune notti fa di vedere la Madonna, che mi rimproverava del mio silenzio sull'obbligo dell'elemosina. Mi disse che molti sacerdoti andavano alla perdizione, perché mancavano ai doveri imposti dal sesto e dal settimo comandamento, ma insistette specialmente sul cattivo uso delle ricchezze. [...] E si lamentava che il sacerdote dal pulpito tema di spiegarsi sul dovere di dare il superfluo ai poveri, e così il ricco accumula l'oro nel suo scrigno.

"Pillola" di Teologia Morale: aiutare le opere pie e i poveri

Ci sono persone che si domandano quanto bisognerebbe donare materialmente alle opere pie (ad esempio le opere davvero cattoliche che svolgono apostolato) o quante persone in stato di bisogno si debbano aiutare. I tradizionali manuali di Teologia Morale insegnano che chi dona alle opere pie o ai bisognosi che si trovano in stato di necessità comune almeno il 2% di ciò che avanza alle spese necessarie per il mantenimento del proprio stato di vita e quello dei propri cari, non pecca; se dona meno del 2% pecca venialmente; se non vuole donare nulla a nessuno pecca gravemente, almeno secondo i teologi della sentenza più rigida. 

Non si è tenuti ad aiutare tutti coloro che si trovano in stato di necessità comune, è sufficiente aiutarne alcuni a nostra scelta. Per quanto riguarda i poveri che si trovano in stato di necessità estrema, cioè che rischiano di morire, grazie a Dio in Italia è rarissimo trovare qualcuno che si trovi in condizioni così disperate, quindi non sto ad elencare tutta la casistica, anche perché su questo tema i teologi non sempre sono concordi.

Pensiero del giorno

La devozione all'Eucaristia è la più nobile perché ha per oggetto Dio; è la più salutare perché ci dà l’Autore della grazia; è la più soave perché soave è il Signore… se gli Angeli potessero invidiare, ci invidierebbero la Santa Comunione.

(San Pio X)

lunedì 15 dicembre 2025

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Segue il blog dal 2010

Pubblico dei brani tratti da alcuni messaggi che mi ha scritto una lettrice del blog.


Ave Maria D.,

(...) ho iniziato a leggere il blog Cordialiter nel lontano 2010, avevo 20 anni ed era un periodo di grande confusione per me, ma il Signore mi ha mostrato le risposte che cercavo negli scritti lì riportati. È stato molto utile per il mio cammino di fede e per questo la ringrazio, che Dio la benedica e benedica il suo impegno costante nel seguire la Verità.

(...) Grazie D.  per il messaggio [audio], hai un modo molto pacato di parlare e mi trasmette tanta pace. Ti posso assicurare che il tuo lavoro di questi anni non è stato a vuoto, anzi! Come ha aiutato tantissimo me così avrà fatto con chissà quante anime, solo Dio lo sa e te ne renderà merito! È bellissimo sapere che ti prendi cura dell'anima di tutti i tuoi lettori, con un'attenzione e una grande disponibilità all'ascolto e alla lettura delle storie di tutti. Grazie per la tua pazienza!

(...) Volentieri rimaniamo in contatto, puoi scrivermi quando vuoi, soprattutto nei momenti di sconforto, con piacere ti ascolterò e già da ora prego per te, sto partendo per andare a fare il mio turno di Adorazione al convento (...) di cui ti parlavo, ti porto davanti a Gesù. Non c'è posto più bello, davanti a Lui, in silenzio. 

Santa Domenica, che Dio ti benedica.


Carissima in Cristo,

ti ringrazio di cuore per ciò che hai scritto al riguardo del mio blog. Sono contento di sapere che da tanti anni apprezzi i post che pubblico. Penso che il mio sito sia seguito principalmente dai cattolici che amano la vita devota e si sentono attratti a praticare un’intensa vita spirituale. 

Molti lettori del blog desiderano vivere il cristianesimo in maniera intensa e profonda, e sono attratti dall'affascinante sacralità del rito antico, poiché percepiscono fortemente l'essenza sacrificale della Messa, nella quale si rinnova il Santo Sacrificio del Redentore Divino. Insomma alla Messa tridentina vi partecipano in maniera attenta e devota, nutrendo in maniera abbonante la propria anima.

Il mio scopo è di edificare le anime per dare gusto a Dio, pertanto cerco di pubblicare solo post che potrebbero aiutare i lettori a vivere più uniti alla Santissima trinità, fine ultimo della nostra esistenza. Ti consiglio di continuare a leggere quotidianamente il blog, nella speranza che possa aiutarti a progredire nel cammino di perfezione cristiana. 

In Corde Matris,

Cordialiter


lll

Pensiero del giorno

Il vero spirito di mortificazione abbraccia in primo luogo tutte le occasioni di sofferenza fisica o morale permesse dalla divina Provvidenza. Le sofferenze derivanti dalle malattie, la fatica e lo sforzo richiesto dall’adempimento del proprio dovere o da una vita di intenso lavoro, le privazioni imposte da uno stato di povertà sono ottime penitenze fisiche. […] Sarebbe un assurdo non voler accettare una sola di queste occasioni provvidenziali di sofferenza, per andare in cerca di mortificazioni volontarie di propria scelta. [...] In tal modo sfuggi proprio le migliori occasioni per rinnegare e mortificare il tuo amor proprio; anche se vorrai sostituirle con altre, queste non saranno mai così efficaci come quelle che Dio stesso ti aveva preparate.


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

domenica 14 dicembre 2025

Nella perdizione eterna col denaro ammassato inutilmente

Don Bosco
[Brano tratto da "Catechismo di San Pio X commentato con fatti, detti, sogni e scritti di San Giovanni Bosco", Volume 2°, Libreria Dottrina Cattolica, 1950].

Don Bosco nella conferenza ai cooperatori torinesi del 1881 diceva tra l’altro di istituire un paragone fra la virtù del missionario e quella di certi cristiani che se la spassano sciupando le loro ricchezze in gozzoviglie, in divertimenti. Che dirà Dio a costoro nel giudizio?: «Avete speso malamente le ricchezze che io vi avevo dato affinché dilataste il mio regno, la mia gloria, e soccorreste il prossimo. Pecunia vestra vobiscum sit in perditionem ["Il vostro denaro sia con voi in perdizione", n.d.r.]. Ma anche a quei cristiani che pur non sperperando il danaro accumulano beni materiali senza nulla dare al prossimo, sarà rivolta quella tremenda condanna: Pecunia vestra vobiscum sit in perditionem. Accumulaste ed accresceste le vostre sostanze, dirà il Signore, ma intanto i poveri gemevano e morivano per la fame, migliaia di fanciulli abbandonati crescevano nell'irreligione e nel vizio; aveste più cure per il vostro danaro che per la mia gloria e per le anime dei vostri fratelli. Ora, coi vostri piaceri e colle vostre ricchezze, andatevene nella perdizione».

Pensiero del giorno

Padre Felice Cappello
Procuri di essere modello di umiltà, di carità, di pazienza, di dolcezza, di generosità, di purezza angelica, di fede viva, di amore ardentissimo, che sono le virtù proprie di un’anima veramente santa.

[Brano tratto dagli scritti di Padre Felice Maria Cappello, 1879-1962].

sabato 13 dicembre 2025

Ad majorem Dei gloriam!

Con grande gioia constato che tra i lettori e le lettrici dei miei blog ci sono tante persone attratte dal cammino di perfezione cristiana. Ecco l'e-mail che tempo fa mi scrisse una lettrice veneta.


Ciao D.,
                da mesi ormai non passa giorno in cui non visiti il tuo blog.  Per me i vari post e le varie lettere sono diventati una cosa irrinunciabile. Quante mattine in cui mi sono svegliata male, o piena di pensieri, mi è bastato aprire il blog e trovare la risposta ai miei dubbi o un motivo per vivere la giornata!

Oggi voglio ringraziarti per la tua opera meravigliosa e penso di poter dire il vero affermando che ogni giorno salvi molte persone dalle tentazioni del mondo. Anche la corrispondenza con la giovane suora con cui mi hai messo in contatto sta alimentando il mio spirito. Le sue risposte sono così semplici e spontanee, ricche d'amore, che vorrei iniziare una conversazione con lei che non finisse mai.

[…] 

Grazie di cuore, grazie a te se ho ritrovato Dio.
 


Carissima in Cristo, 
                                      anche altre persone mi hanno detto che leggono tutti i giorni i miei blog, perché si sentono edificare l'animo e incoraggiati a proseguire con tenacia il cammino di perfezione cristiana. Il merito di tutto ciò è di Dio, senza il cui aiuto non possiamo fare nulla di buono.  Inoltre devo ringraziare anche una giovane suora di clausura che offre e offrirà al Signore per tutto il resto della sua vita le preghiere e le penitenze che compie ogni giorno per il bene spirituale dei miei lettori. Se i miei blog fanno del bene alle anime è anche grazie a lei e alle altre persone che pregano per questo apostolato. Tutto (o quasi) ciò che scrivo l'ho appreso leggendo i libri di Sant'Alfonso Maria de Liguori e di altri dotti autori come San Francesco di Sales, Don Giuseppe Frassinetti, Don Giuseppe Tomaselli, Padre Adolphe Tanquerey, Don Dolindo Ruotolo, ecc. Per me è una grande gioia donare agli altri ciò che ho appreso da loro.

Tuttavia devo ammettere che diverse volte ho pensato di abbandonare questo apostolato. Infatti tenere quotidianamente aggiornati dei blog e rispondere con dedizione alle centinaia di e-mail che ricevo ogni mese dai lettori, comporta un notevole impegno che assorbe molto tempo. Ormai i miei blog hanno totalizzato circa 3 milioni di visite (oltre ai siti in italiano, gestisco anche siti religiosi in spagnolo, tedesco, francese, polacco, olandese, croato, rumeno e inglese), mi rendo conto che prima o poi c'è il rischio che possa arrendermi e tirare i remi in barca, come hanno fatto tanti altri blogger.

Non so per quanto tempo potrò ancora continuare, dipende molto dalle libere donazioni che mi invieranno i lettori che comprendono l'enorme lavoro che c'è dietro a tutto ciò e vorranno sostenere il mio impegno inviandomi dei liberi contributi.

Ti saluto cordialmente nei Cuori di Gesù e Maria,

Cordialiter

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Pensiero del giorno

Sacro Cuore di Gesù
Parole che Gesù disse a suor Consolata Betrone (1903 - 1946) il 16 novembre del 1935:

Quando due creature si amano veramente, non si offendono mai; è così, ma proprio così ha da essere fra il Creatore e le sue creature.

[Brano tratto da "Il Cuore di Gesù al mondo", a cura di Padre Lorenzo Sales, Edizioni Paoline, imprimatur: Mons. Giulio Tobia, Vic. Gen., Pescara, 10-12-1966].

venerdì 12 dicembre 2025

Don Stefano Oberto, Medaglia d'oro al valor militare

Stiamo vivendo un periodo storico ricco di persecuzioni nei nostri confronti. A volte si rischia di scoraggiarsi e di cadere nello sconforto. Per tenere alto il morale è di aiuto la lettura delle gesta eroiche degli arditi della fede che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio terreno. Penso ai santi e ai beati ma anche ai valorosi cappellani militari che a causa del loro altruismo caddero sui campi di battaglia. Oggi propongo alla vostra attenzione la motivazione con cui venne assegnata la Medaglia d'oro al valor militare a Don Stefano Oberto (1909-1943), cappellano militare degli alpini deceduto in un campo di prigionia sovietico.

«Cappellano del battaglione alpini "Dronero", magnifica figura di asceta e patriota, sul fronte greco-albanese si prodigò con mirabile abnegazione e sprezzo del pericolo nella sua instancabile alta missione di assistenza morale. Rinunciando all’esonero, volle seguire i suoi alpini sul fronte russo dividendo con loro pericoli e sacrifici. Durante l’estenuante ripiegamento dal Don [un fiume russo, n.d.r.], benché stremato dalle durissime fatiche, diede luminose prove delle sue elevatissime virtù militari e cristiane, portandosi sempre dove maggiore era il rischio, pur di assolvere al suo compito di conforto agli alpini feriti e congelati. In fase critica, seppe far rifulgere il suo spirito eroico, mettendosi di iniziativa alla testa dei resti di un plotone rimasto senza comandante e lanciandosi decisamente al contrattacco di preponderanti forze nemiche. Caduto prigioniero dopo strenua lotta, quando il battaglione esaurì ogni possibilità di resistenza, continuò nella sua opera benefica durante le tragiche marce verso l’interno e, fra l’abbandono generale, valendosi del grande ascendente che aveva sugli alpini, li invitò ad austera rassegnazione, ne lenì le sofferenze trasformandosi in medico ed infermiere, ne condivise la dura sorte con stoica fermezza. Morì, stremato dalla fatica e dai disagi, nel campo di prigionia n. 74 di Oranki il 5 aprile 1943. Sacerdote esemplare e saldo combattente ha voluto, col sacrificio, concorrere a tenere in grande onore, in terra straniera, lo spirito eroico del soldato d’Italia».

Pensiero del giorno

Noi amiamo Dio non solo quando recitiamo un atto di carità ma anche quando facciamo la sua volontà o quando compiamo un dovere sia pur minimo per piacergli.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928].

giovedì 11 dicembre 2025

Com'è bello andare al Signore!

Dagli scritti di Don Giovanni Barra (1914 - 1975).


Eccolo, Carlo Matthey, nella clinica di via Quadronno a Milano ove è entrato per un grave intervento chirurgico. L'operazione va male. Il chirurgo dichiara alla sorella che ormai ogni speranza è svanita. 

— Perchè oggi vengono tutti? Sono in pericolo? 

La sorella Cristiana trema, ma poi risponde: 

— Sì. 

— Grave? 

— Sì. 

— Non c'è più speranza? 

— Ma, sai, come si fa a dirlo? 

— Ho capito. 

E sulle sue labbra, sul suo viso, appare un sorriso che non è di questa terra. 

Al suo confessore che accorre subito per predisporlo al grande passo, serenissimamente dice: 

— Mi rincresce per i miei cari; ma è così bello andare incontro al Signore. 

Poi, pensando al motto della gioventù cattolica: 

«Ieri era l’azione; oggi il sacrificio». Chiede l’Estrema Unzione. 

Quando gliela amministrano tutti i suoi cari gli stanno attorno. Vede il babbo e la mamma che piangono. 

Entra il sacerdote col Viatico. Per salutare Gesù, Carlo dischiude le braccia. Il suo volto sfavilla di serenità. 

Offre i suoi dolori e il suo sacrificio per la Chiesa (...).

Fa avvicinare al suo volto tutti i suoi cari e li bacia ad uno ad uno, con dolcezza: 

— Sono nelle mani del Signore: fiat voluntas tua. 

Poi desidera vedere la sua bambina. La piccola, ignara del dramma, gli è portata. 

— Fa un bacione a papà — le dice la mamma. 

La bimba dà e riceve il bacio. 

Rivolge uno sguardo alla sua Lydia, le annunzia che dopo la sua morte avrà un dono già ordinato per lei. Le raccomanda i bambini e aggiunge: 

— Com'è bello andare al Signore! (...)

Fa cenno di volere un pezzo di carta; e con mano sicura scrive: « A tutti, per tutto, grazie ». 

Comincia l'agonia. Invita egli stesso il suo confessore ad iniziare le preghiere delle raccomandazioni dell'anima. (...) Moriva offrendo se stesso, sul letto di morte, come una vittima, alla maestà infinita di Dio.


[Brano tratto da "Direzione spirituale e gioventù d'oggi", di Don Giovanni Barra, Alzani Editore, imprimatur: Pinerolo, 7 marzo 1959, Can. Albino Mensa, Vicario Generale].