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venerdì 24 ottobre 2025

Mezzi per evitare o abbreviare le pene del Purgatorio

Dagli Scritti di Padre François Xavier Schouppe (1823-1904).


Se pel Purgatorio passano santi religiosi, non abbiamo noi a temere di passarvi alla nostra volta ed anzi di fermarvici più o meno lungo tempo? La nostra fede e la nostra coscienza ci dicono abbastanza che il nostro timore è ben fondato. Caro lettore, io vado più innanzi, e dico, che con un poco di riflessione, voi stesso confesserete esser probabilissimo e quasi certo che andrete al Purgatorio. Non è forse vero che, uscendo dalla vita, l’anima vostra entrerà in uno di questi luoghi mostratici dalla fede: l’inferno, il Cielo o il Purgatorio? Andrete all’inferno? Non è probabile, perché aborrite il peccato mortale e in niun modo vorreste commetterlo o ritenerlo sulla vostra coscienza, dopo d’averlo commesso. Andrete in Cielo? Subito rispondete che ben vi sentite indegni d’un tanto favore. Rimane dunque il Purgatorio: e dovete confessare esser probabilissimo, quasi certo che vi entrerete.

Ponendovi dinanzi questa seria situazione, non crediate, caro lettore, che si pretenda spaventarvi o togliervi la speranza di entrar in Cielo senza Purgatorio. Al contrario, questa speranza deve rimanere nel fondo dei nostri cuori; è conforme allo spirito di Gesù Cristo, che in niun modo desidera che i suoi discepoli abbiano bisogno di future espiazioni. Anzi ha istituito sacramenti e stabilito ogni sorta di mezzi per aiutarci a pienamente soddisfare in questo mondo. Ma questi mezzi sono troppo poco impiegati; ed è principalmente un timore salutare che eccita le anime ad impiegarli.

Ora, quali sono i mezzi che abbiamo per evitare od almeno anticipatamente abbreviare ed addolcire il rigore del nostro purgatorio? Sono, come già vedemmo, i pii esercizi e le buone opere che meglio ci aiuteranno a soddisfare in questo mondo ed a trovare misericordia presso Dio, ossia i seguenti: la divozione alla Santa Vergine Maria e la fedeltà a portare il suo scapolare; la carità verso i vivi ed i morti, la mortificazione e l’obbedienza; il ricever con pietà i sacramenti, sopratutto all’avvicinarsi della morte; la confidenza nella divina misericordia, e finalmente il ricevere con santa disposizione la morte in unione alla morte di Gesù Cristo sulla croce.

Questi mezzi sono abbastanza potenti per preservarci dal Purgatorio; ma bisogna impiegarli. Ora, per impiegarli con serietà e perseveranza, è necessaria una condizione: formare la ferma risoluzione di soddisfare in questo mondo piuttosto che nell’altro. Questa risoluzione dev’esser fondata sulla fede, che ci mostra quanto è leggera la soddisfazione in questa vita e quanto è terribile nel Purgatorio. Affrettatevi, dice Gesù Cristo, a riconciliarvi col vostro avversario mentre siete con lui per istrada, affinché per disgrazia il vostro avversario non vi dia in mano del giudice, e il giudice in mano del ministro, e veniate cacciati in prigione; in verità vi dico che non uscirete di là prima d’aver pagato sino all’ultimo spicciolo (Mt., V, 25). Riconciliarsi col proprio avversario durante il cammino, significa, secondo la sentenza del Salvatore, placare la divina giustizia e soddisfare durante il cammino della vita prima di arrivare all’ultimo termine, a quella eternità ove ogni penitenza è impossibile ed ove bisognerà scontare i rigori della giustizia. Non è forse saggio questo consiglio del Salvatore? Si può senza follia portare al tribunale di Dio un enorme debito che con facilità si avrebbe potuto soddisfare con alcune opere di penitenza, e che allora bisognerà pagare con anni di supplizi?

«Chi nella vita presente, dice santa Caterina da Genova, si purifica dalle sue colpe, con un soldo soddisfa ad un debito di mille ducati; e chi, per soddisfare, aspetta i giorni dell’altra vita, si sottomette a dare mille ducati per ciò che, in tempo opportuno, avrebbe pagato con un soldo….
Bisogna dunque cominciare con una risoluzione solida ed efficace a soddisfare in questo mondo: è la pietra fondamentale. Ben consolidato questo fondamento, bisogna impiegare i mezzi sopraccennati.


[Brano tratto da “Il dogma del Purgatorio”, di Padre Francesco Saverio Schouppe, traduzione di Don Antonio Buzzetti, tipografia e libreria San Giuseppe degli artigianelli, Imprimatur: Taurini, die 7 Aprilis, 1932, Can. Franciscus Paleari, Provic. Gen.].

Pensiero del giorno

Quaggiù la vita spirituale è certamente una lotta; ma se l'inferno combatte contro di noi e trova alleati nel mondo e sopra tutto nella triplice concupiscenza, combatte per noi il Cielo; e il Cielo non è soltanto l'esercito degli Angeli e dei Santi, è Cristo, vincitore di Satana, è la SS. Trinità che vive e regna nell'anima nostra. Dobbiamo quindi esser pieni di speranza e sicuri di riportar vittoria, a patto che, diffidenti di noi, facciamo innanzi tutto assegnamento su Dio: "omnia possum in eo qui me confortat".



[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]

giovedì 23 ottobre 2025

La Madonna contro la massoneria

Beata Vergine Maria
Tra il 1582 e il 1634 la Beata Vergine Maria apparve a Quito (Ecuador) a Madre Mariana de Jesús Torres, una monaca di clausura. La Madonna preannunciò le devastazioni che la massoneria avrebbe causato nel XX secolo in Ecuador. Purtroppo gli stessi mali hanno flagellato anche l'Italia e tanti altri Stati. Ecco un estratto delle rivelazioni.


...Durante questo periodo, poiché in questo povero paese mancherà lo spirito Cristiano, il Sacramento dell’Estrema Unzione sarà poco considerato. Molte persone moriranno senza riceverlo – sia a causa della negligenza delle loro famiglie o per i loro falsi sentimenti che cercano di proteggere gli ammalati dal vedere la gravità della loro situazione, oppure perché si ribelleranno contro lo spirito della Chiesa Cattolica, spinti dalla malizia del diavolo. Così molte anime saranno private di innumerevoli grazie, consolazioni e della forza di cui hanno bisogno per fare il grande salto dal tempo all’eternità…

Come per il Sacramento del Matrimonio, che simboleggia l’unione di Cristo con la Sua Chiesa, esso verrà attaccato e profanato nel pieno senso della parola.

La massoneria, che in quel tempo sarà al potere, emanerà leggi inique con l’obbiettivo di abolire questo Sacramento, rendendo facile per tutti vivere nel peccato, incoraggiando la procreazione di figli illegittimi nati senza la benedizione della Chiesa. Lo spirito cristiano verrà meno rapidamente, spegnendo la preziosa luce della Fede finché non si arriverà al punto che ci sarà una quasi totale e generale degenerazione dei costumi…

Aumenteranno gli effetti dell’educazione secolare, che sarà una delle ragioni della mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose...Il Sacro Sacramento dei Santi Ordini sarà deriso, oppresso e disprezzato…Il demonio cercherà di perseguitare i Ministri del Signore in ogni maniera possibile e agirà con crudele e sottile astuzia per sviarli dallo spirito delle loro vocazioni, corrompendo molti di loro. Questi sacerdoti corrotti, che saranno motivo di scandalo per i cristiani, faranno sì che l’odio dei cattivi cristiani e dei nemici della Chiesa Cattolica e Apostolica Romana ricada su tutti i sacerdoti…

Questo apparente trionfo di Satana porterà enormi sofferenze ai buoni Pastori della Chiesa… Non ci sarà quasi più innocenza nei bambini, né pudicizia nelle donne, e in questo momento di grande miseria della Chiesa quelli che dovrebbero parlare rimarranno in silenzio.

Ma Sappi, amata figlia, che quando nel ventesimo secolo il tuo nome sarà fatto conoscere, ci saranno molti che non crederanno, affermando che questa devozione non è gradita a Dio…

Il Clero secolare lascerà molto a desiderare perché i sacerdoti diventeranno negligenti nei loro sacri doveri. Non avendo la bussola divina essi si allontaneranno dalla strada tracciata da Dio per il ministero sacerdotale e saranno attaccati ai beni e alle ricchezze…Quanto soffrirà la Chiesa durante questa notte buia! Mancando un Prelato e Padre che li guidi con amore paterno, dolcezza, fortezza, saggezza e prudenza, molti sacerdoti perderanno il loro spirito, ponendo le proprie anime in grande pericolo. Questo segnerà l’arrivo della Mia ora.

Attraverso l’acquisizione del controllo su tutte le classi sociali, le sette tenderanno a penetrare con grande astuzia nel cuore delle famiglie e distruggeranno persino i bambini. Il diavolo si farà gloria di nutrirsi con perfidia dei cuori dei bambini. L’innocenza dell’infanzia quasi scomparirà. Così si perderanno le vocazioni dei religiosi. E questo sarà un vero disastro. I religiosi abbandoneranno i loro doveri sacri e si allontaneranno dalla via segnata per loro da Dio...

Satana avrà il controllo di questa terra attraverso gli errori di uomini senza fede i quali, come una nuvola nera, oscureranno il cielo della repubblica consacrata al Sacro Cuore del Mio divino Figlio.

Pensiero del giorno

Circa la carità, mi studierò di rendermi veramente segnalato nel pratico esercizio di essa coll'essere sempre affabile, dolce, urbano, delicato, pieno di cortesia e di delicatezza con tutti e nelle singole circostanze.


[Proposito fatto durante gli esercizi spirituali del 1939 da Padre Felice Maria Cappello S. J. - 1879-1962]

mercoledì 22 ottobre 2025

Segni della chiamata di Dio al sacerdozio

Vocazione sacerdotale
Quali sono i segni della vocazione sacerdotale? Per rispondere in maniera chiara e accurata ho consultato "Esortazioni al clero", scritto da Padre Ottavio Marchetti S. J., pubblicato nel 1943 dalla casa editrice Civiltà Cattolica. Ecco una sintesi schematica. Affinché una vocazione sacerdotale sia considerata autentica sono necessarie quattro caratteristiche: doni di natura, doni di grazia, libera volontà, retta intenzione.

Doni di natura:
- dono della salute (che consenta di svolgere efficacemente il ministero sacerdotale);
- dono del buon carattere;
- dono dell'intelligenza.

Doni di grazia:
- pratica delle virtù acquisite: pietà, castità, disinteresse, zelo, spirito di disciplina ed ubbidienza.

Libera volontà:
- tendere al sacerdozio senza costrizioni da parte di qualcuno.

Retta intenzione:
- tendere al sacerdozio cattolico unicamente per consacrarsi al servizio di Dio e alla salvezza delle anime, avendo una soda pietà, una provata purezza di vita e una scienza sufficiente.

Chi ha tutte queste caratteristiche mostra di avere i caratteristici segni della chiamata di Dio allo stato sacerdotale.

Pensiero del giorno

Ognuno vede la necessità che vi sarebbe d'una riforma generale nei religiosi, nei preti e nei secolari, nel veder così dilatata dappertutto la corruzione dei costumi. Quindi bisogna replicare ogni giorno la preghiera di  Davide, la quale è molto a proposito in questi tempi: Deus virtutum, convertere, respice de coelo, et vide, et visita vineam istam; et perfice eam, quam plantavit dextera tua et super filium hominis, quem confirmasti tibi. Signore, la vigna, la vostra Chiesa piantata dal vostro Figlio col suo sangue, sta rovinata per ogni parte; venite, visitatela, ristoratela voi che solo potete ristorarla.

(Brano tratto dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori)



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martedì 21 ottobre 2025

Le cattive amicizie portano alla rovina

Beata Vergine Maria
[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].

Il rispetto umano non vi trattenga giammai dal mostrare la vostra devozione a Maria. In Praga, in una festa solenne della Madonna, usciva di buon mattino un giovane congregato di Maria, per accostarsi ai Sacramenti secondo le regole della Congregazione. Lungo la strada si scontrò in certi suoi compagni, i quali gli offersero confetti e pastiglie di cui essi andavano cibandosi allegramente. Egli dapprima con bella grazia se ne scusò, ma quelli incalzando sempre più, per paura che non indovinassero forse la cagione del suo tenersi digiuno, e lo beffeggiassero, si indusse ad accondiscendere alle istanze. Avrebbe poi voluto avere almeno tempo di confessarsi; e però cercava di congedarsi; ma quelli invece lo invitarono ad andare con loro per ristorarsi dopo il cibo con qualche spiritoso liquore; ed anche in questo egli non seppe dir di no. A nessun costo poi avrebbe voluto mancare in quella festa alla S. Messa e alla Congregazione solenne. Ma i compagni un po' insospettiti di ciò, gli domandarono beffardamente se voleva forse fare il santocchio, ed egli vinto dal rispetto umano, si determinò a starsene con loro. Riscaldati adunque da quelle spiritose bevande, tutti insieme si diedero a percorrere le contrade braveggiando, cantando e facendo anche insolenze e villanie a quelli che incontravano. Così si comportava pure il nostro giovane per non essere da meno dei compagni. Se non che un corale, da lui insultato, si rivoltò sdegnosamente contro di esso, e venuto a rissa, andò la cosa così avanti che si die' di piglio alla spada. Dopo vari colpi scambiatisi insieme, il misero giovane ricevette da ultimo un fendente di tanta forza, che lo fece stramazzare a terra, dove perduti i sensi, senza dar alcun segno di pentimento poco dopo spirò. Ecco a che mal termine fu passo passo condotto dai rispetti umani quel giovane disgraziato, uscito di casa con sì buone disposizioni!

Pensiero del giorno

Il Breviario deve essere la preghiera del Sacerdote, il quale né deve lasciarsi sopraffare dalle occupazioni esterne né può sperare frutto alcuno da una vita affaccendata, ma non fecondata dalla preghiera.

[Pensiero tratto dal diario di Mons. Luigi Carlo Borromeo (1893 – 1975), vescovo di Pesaro].

lunedì 20 ottobre 2025

Canale Telegram "Cordialiter"

Cari amici,

informo i nuovi lettori del blog che nel giugno del 2022 ho aperto un canale su Telegram. Per trovarlo e iscrivervi vi basta aprire l'app sul vostro smartphon, poi premere sul simbolo della lente d'ingrandimento in alto a destra e scrivere "Cordialiter" sulla barra delle ricerche. Una volta entrati nel canale, se ci si vuole iscrivere per ricevere gli aggiornamenti bisogna premere sul tasto "Unisciti" in basso.

Sursum corda!

Un militare dall'animo impavido

[Brano tratto da “Tesoro di racconti istruttivi ed edificanti”, di Don Antonio Zaccaria, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1887].


Si trovava un giorno a tavola con altri compagni un giovane ufficiale, e quelli cominciarono a parlare delle cose sante e della religione, con empietà e disprezzo. L'ufficiale dissimulò per qualche tempo, ma vincendo poi ogni riguardo umano li interruppe con modesta franchezza, e loro disse: - Signori, se si parlasse in vostra presenza contro la persona del re e gli interessi dello stato, voi fareste certo tacere tanti indiscreti parlatori. Io non ho tanta autorità da imporvi silenzio, ma mi darete almeno la libertà di dirvi che si deve più rispetto a Dio, che al re, più riverenza per la religione, che per lo stato, e però merita più biasimo chi offende quella che questo. Le parole di questo giovane di cui si stimava la virtù, fecero cambiare discorso a quei signori, i quali invece passarono a parlare sui loro intrighi amorosi, mescolandovi oscene facezie, e racconti impudichi. L'ufficiale arrossì sentendo discorsi sì nefandi, e si levò da tavola. - Dove andate? gli domandarono allora i compagni. - Signori, rispose loro, vado a mangiare coi vostri servi, che son sicuro non terranno alla mia presenza discorsi così infami e dissoluti come i vostri. - Ma noi soggiunsero essi, non parliamo così per offendervi, ma per ridere e divertirci. - Signori, replicò l'ufficiale, sarà un divertimento da cristiani e da persone ben educate il trattenersi in discorsi sì bassi e vergognosi? Per me vi confesso che non posso ridere di questi scherzi che fanno arrossire ogni persona onesta, e li trovo indegni del vostro grado e della vostra condizione. A tali parole dette con buona maniera sì, ma insieme con fermezza, alcuni dei commensali diedero segni di approvazione e applaudirono, i più arditi restarono confusi, e ammutolirono, e s'introdussero discorsi più convenienti.

Messa in latino blog (lk)

Messa in latino, Messa tridentinaDobbiamo utilizzare i blog per far conoscere e amare la Messa in latino in rito antico.

La Messa in latino, conosciuta anche come Messa Tridentina o Rito Romano Antico, è una forma liturgica della Messa cattolica che utilizza il latino come lingua ufficiale. Questa forma di celebrazione ha radici profonde nella storia della Chiesa Cattolica. La Messa in latino è caratterizzata da una struttura e da una serie di preghiere e riti che sono rimasti pressoché invariati per secoli. La lingua latina, con la sua solennità e universalità, conferisce alla celebrazione un senso di continuità e tradizione, rendendola un punto di riferimento per molti fedeli che cercano una connessione con le radici della fede cristiana. La Messa Tridentina si distingue per l'uso di gesti e movimenti liturgici specifici, che sono stati codificati nel corso dei secoli.

La Messa in latino non è stata abolita e continua a essere celebrata in molte parrocchie e comunità cattoliche in tutto il mondo. Nel 2007, Papa Benedetto XVI ha emesso il motu proprio "Summorum Pontificum", che ha facilitato la celebrazione della Messa Tridentina, riconoscendo il valore della tradizione liturgica e permettendo ai sacerdoti di celebrare la Messa in latino su richiesta dei fedeli. La Messa in latino rappresenta un'importante eredità culturale e spirituale per la Chiesa cattolica. La sua bellezza e solennità continuano ad attrarre molti fedeli che cercano una forma di culto che sia sia tradizionale che profondamente spirituale. La celebrazione in latino offre un'esperienza liturgica unica, che unisce la sacralità della lingua latina alla profondità delle preghiere e dei riti cattolici, creando un momento di preghiera intensa e meditativa per coloro che vi partecipano.

Durante il pontificato di Benedetto XVI sono sorti nell'orbe cattolico numerosi blog in sostegno della Messa in latino.

Pensiero del giorno

Cardinale Alfredo Ottaviani
Negli anni della violenza nazista, proprio di questo io fui accusato, per questo venni additato alla esecrazione universale: ero di "coloro che stanno intorno al Papa" - Männer um den Papst. Quei nemici sono passati come una immane infestazione diabolica. [...] So bene che ai nemici di ieri ne sono succeduti altri, ancora più satanici. Tra i pochi che il Santo Padre onora oggi [12 gennaio 1953, n.d.r.] con l'alta dignità della Porpora c'è un grande assente. E questa assenza mi richiama alla mente la figura luminosa di un altro Porporato che da anni geme sotto le catene della anticristiana ferocia rossa. E sono assenti perché sub hostili dominatione constituiti, perchè incatenati da cotesti nuovi nemici più feroci: tanto feroci che, a sentirli, preparano il finimondo e dovunque arrivano solitudinem faciunt et pacem appellant, fanno il deserto e lo chiamano "pace"! Per orrendi e formidabili che siano, non ci fanno paura. [...] I nuovi barbari passeranno anche loro, e forse l'ora è già vicina. [...] La Chiesa non soccombe. Non temiamo la morte: temiamo il peccato.


[Cardinale Alfredo Ottaviani, "Il baluardo", casa editrice Ares, 1961].

domenica 19 ottobre 2025

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Agonizzante che parla col Crocifisso

Brano tratto da "Riflessioni divote", di Sant'Alfonso Maria de Liguori. Si tratta di un immaginario discorso che un moribondo rivolge a Gesù Cristo.


Gesù mio Redentore, che tra pochi momenti mi avete da essere giudice, abbiate pietà di me, prima che arrivi il punto di giudicarmi. No che non mi spaventano i miei peccati e il rigore del vostro giudizio, mentre vi miro morto su questa croce per salvarmi.

Frattanto non lasciate di confortarmi nelle angustie in cui mi trovo: i nemici vogliono spaventarmi con dirmi che non vi è salvezza per me (...). Ma io non voglio lasciar mai di confidare nella vostra bontà (...). Su consolatemi voi, fatemi sentire che siete la mia salvezza (...).

Deh non sieno perduti per me tanti dolori, tante ignominie da voi sofferte e tanto sangue sparso. Redemisti crucem passus; tantus labor non sit cassus. Specialmente vi prego per quell'amarezza che sentiste quando l'anima vostra benedetta si separò dal vostro sagrosanto corpo, abbiate misericordia dell'anima mia quando ella dal mio corpo uscirà.

È vero ch'io co' miei peccati tante volte vi ho disprezzato, ma ora vi amo sopra ogni cosa, v'amo più di me stesso; e mi pento con tutto il cuore di tutti i disgusti che vi ho dati, li detesto e odio più d'ogni male. Vedo che per le offese che vi ho fatte meriterei mille inferni, ma la morte amara che per me avete voluto patire e le tante misericordie che mi avete usate mi fanno certamente sperare che in comparirvi innanzi mi darete il s. bacio di pace.

Tutto confidato nella vostra bontà, mio Dio, io mi abbandono nelle vostre braccia amorose: In te Domine speravi; non confundar in aeternum. Io per le offese che vi ho fatte tante volte mi ho meritato l'inferno, ma spero nel sangue vostro che già mi abbiate perdonato; e spero venire in cielo a lodare per sempre le vostre misericordie: Misericordias Domini in aeternum cantabo.

Io volentieri accetto tutte le pene che mi destinate nel purgatorio; è giusto che il fuoco punisca in me tutte le ingiurie che vi ho fatte. O carcere santo, quando mi troverò chiuso in te, sicuro di non potere più perdere il mio Dio! O santo fuoco, quando mi purgherai da tante mie sozzure e mi renderai degno di entrare nella patria dei beati!

O Padre eterno! per li meriti della morte di Gesù Cristo fatemi morire in grazia vostra e nel vostro amore, acciocché venga ad amarvi in eterno. Vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte in mia vita e specialmente della grazia grande di darmi la s. fede e di avermi fatti ricevere in questi ultimi giorni della mia vita tutti i santi Sagramenti.

Voi volete la mia morte ed io voglio morire per darvi gusto. È poco, Gesù mio Salvatore, ch'io muoia per voi che siete morto per me. (...)

Accetto con pace la morte e le pene che mi toccherà di soffrire finché spirerò; datemi aiuto a soffrirle con perfetta uniformità al vostro volere. Io tutte ve le offerisco a gloria vostra unendole alle pene che voi patiste nella vostra passione. Eterno Padre, io vi sacrifico la mia vita e tutto me stesso; vi prego ad accettare questo mio sagrificio per li meriti del gran sagrificio che Gesù vostro figlio vi fece di se stesso sulla croce.

O Madre di Dio e Madre mia Maria, voi mi avete ottenute in vita tante grazie da Dio, ve ne ringrazio con tutto l'affetto: deh! non mi abbandonate in questo tempo della mia morte in cui ho maggior bisogno delle vostre preghiere. Pregate Gesù per me, ed accrescete le preghiere: ottenetemi più dolore de' peccati e più amore a Dio, acciocché venga in vostra compagnia ad amarlo per sempre e con tutte le mie forze in cielo. In te Domina speravi, non confundar in aeternum. Maria speranza mia, in voi confido.




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Pensiero del giorno

È di fede che l'anima mia è eterna e che un giorno, quando meno mel penserò, dovrò lasciare questo mondo. Bisogna dunque ch'io mi procuri una fortuna che non finisca colla mia vita, ma che sia eterna, com'eterno son io.


(Sant'Alfonso Maria de Liguori)