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martedì 8 aprile 2025

Seguire quotidianamente il blog "Cordialiter"

Tempo fa una gentile signora mi ha scritto parole di fraterno incoraggiamento.


Carissimo in Cristo,
                                  sto leggendo il tuo blog quasi ogni giorno e me ne sto affezionando davvero! Noto una rettitudine di pensiero e una fede certa, una cattolicità veramente sincera, cosa rara ai giorni nostri. Pubblichi numerose buone letture, citazioni, pensieri, vite di santi, notizie di vita della Chiesa che sono di grande aiuto. 

(…)

Grazie, a presto!

In Cordibus Iesu et Mariae, semper!

(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                       mi sembra che il mio blog “Cordialiter” sia apprezzato principalmente dai cattolici che amano la vita devota e si sentono attratti a praticare un’intensa vita spirituale. Agli altri invece pare che non piaccia molto, preferiscono siti in cui si parla poco o nulla di ascetica e che quasi esclusivamente si dedicano a denunciare le schifezze che combinano i modernisti e i loro compagni laicisti. Non dico che sia sbagliato denunciare i “crimini contro le anime” commessi dai modernisti e dagli altri nemici della Chiesa, purché lo si faccia con intelligenza, senza diffondere rabbia, tristezza e sconforto.

Molti lettori di questo blog desiderano vivere il cristianesimo in maniera intensa e profonda, e sono attratti dall'affascinante sacralità del rito tradizionale, poiché percepiscono fortemente l'essenza sacrificale della Messa, nella quale si rinnova il Santo Sacrificio del Redentore Divino. Insomma alla Messa tridentina vi partecipano in maniera attenta e devota, nutrendo in maniera abbonante la propria anima. Purtroppo non tutti riescono a capire le nostre aspirazioni liturgiche e spirituali. Personalmente sono convinto che la Messa tridentina sia particolarmente adatta alle anime contemplative e in generale a coloro che praticano un'intensa vita spirituale. Per esempio, durante la preghiera di Consacrazione, che nel rito antico viene pronunciata sottovoce dal sacerdote, in quell'apparente silenzio, mentre una persona spirituale si immerge nell'orazione mentale e offre in oblazione alla Santissima Trinità il Santo Sacrificio di Cristo, invece un'anima “poco spirituale” non sa che fare in quei momenti, si distrae facilmente e si annoia certamente, desiderando di poter uscire al più presto dalla chiesa.

Lo scopo del mio blog è di edificare le anime per dare gusto a Dio, pertanto cerco di pubblicare solo post che potrebbero aiutare i lettori a vivere più uniti alla Santissima trinità, fine ultimo della nostra esistenza. Ti consiglio di continuare a leggere quotidianamente il blog, nella speranza che possa aiutarti a progredire nel cammino di perfezione cristiana. 

In Corde Matris,

Cordialiter

Pensiero del giorno

Persuadiamoci che Dio ci ama, tutto ordina al nostro bene.


[Brano tratto da "Invito alla santità" di Don Giuseppe Frassinetti (1804 - 1868), Città Nuova, Imprimatur + Aloisius Liverzani, Episcopus Tusculanus - Frascati, 13 maggio 1981].

lunedì 7 aprile 2025

Aiutare i propri figli a confessarsi bene

Tra i lettori del blog è probabile che ci siano diversi genitori di adolescenti. Dato che l'educazione cristiana della prole è il fine primario del matrimonio, mi permetto di dare qualche consiglio a quei genitori che desiderano aiutare i propri figli a confessarsi bene.

Il grande rischio nelle confessioni dei bambini consiste nel limitarsi a fare uno sterile elenco di peccati senza essere sinceramente pentiti. A che serve accusarsi di aver fatto arrabbiare i genitori e le maestre, di aver detto le parolacce e le bugie, di aver dato le botte a qualche compagno di classe, ecc. senza avere un dolore soprannaturale delle colpe commesse?

I tradizionali manuali di Teologia Morale insegnano che affinché l'assoluzione sacramentale sia valida è necessario che il penitente sia sinceramente pentito almeno di tutti i peccati mortali commessi. Se la confessione riguarda solo peccati veniali (cioè quelli non mortali), per la validità dell'assoluzione si richiede che il penitente sia sinceramente pentito almeno di uno di essi.

Cosa dovrebbero fare i genitori? Con dolcezza e bontà dovrebbero insegnare ai propri bambini che prima di confessarsi è necessario fare l'esame di coscienza richiamando alla mente tutti i peccati commessi dall'ultima confessione ben fatta, e poi pensare che quando commettiamo dei peccati diamo dei dispiaceri a Dio, che è infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Che ingratitudine è il peccato! Dio che è tanto buono e ci ama assai, non merita di ricevere dei dispiaceri da parte nostra. E poi è utile anche pensare che i nostri peccati sono stati la causa della dolorosa Passione di Gesù Cristo (flagellazione, coronazione di spine, sputi, schiaffi, salita al Calvario, insulti, crocefissione, ecc.).

Pensando a queste cose è facile eccitarsi nel sincero pentimento dei propri peccati. A tal fine è bene recitare mentalmente con devozione l'Atto di Dolore subito dopo aver fatto l'esame di coscienza e prima di entrare nel confessionale, anche perché, purtroppo, molti confessori non lo fanno più recitare.

Confessandosi con sincero pentimento ci si sente con tanta gioia e pace nell'anima, inoltre si diventa molto più forti nel resistere alle tentazioni future.

È giusto che i genitori si preoccupino della salute fisica e del benessere materiale dei propri figli, ma a maggior ragione è importante preoccuparsi anche del benessere delle loro anime immortali affinché, al termine del breve esilio in questa valle di lacrime, lascino il mondo in stato di grazia e vengano accolte nella Patria Celeste per lodare in eterno l'infinita misericordia di Dio.

Pensiero del giorno

La purità d'intenzione consiste in fare tutto quel che facciamo per solo fine di piacere a Dio. L'intenzione buona o cattiva, con cui si fa un'opera, la rende buona o cattiva innanzi a Dio.


(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa)

domenica 6 aprile 2025

Canale Telegram "Cordialiter"

Cari amici,

informo i nuovi lettori del blog che nel giugno del 2022 ho aperto un canale su Telegram. Per trovarlo e iscrivervi vi basta aprire l'app sul vostro smartphon, poi premere sul simbolo della lente d'ingrandimento in alto a destra e scrivere "Cordialiter" sulla barra delle ricerche. Una volta entrati nel canale, se ci si vuole iscrivere per ricevere gli aggiornamenti bisogna premere sul tasto "Unisciti" in basso.

Sursum corda!

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(lk)

Apostolato interiore

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 – 1953).


Mi metto ai piedi di Gesù, dolcissimo Salvatore e Redentore nostro, perchè m’insegni come collaborare con lui alla salvezza delle anime. 

1 - L’apostolato, considerato nella sua totalità, comprende tutto quel che noi possiamo fare in collaborazione con Cristo per diffondere la vita soprannaturale nelle anime. L’apostolato è sempre una collaborazione con Gesù e raggiunge il suo scopo solo quando contribuisce a conferire ed a sviluppare la grazia divina nelle anime. La dottrina cattolica indica come mezzi fondamentali di questa nostra collaborazione con Cristo la preghiera e il sacrificio; anche l’Enciclica « Mystici corporis » parla prima delle « preghiere e volontarie mortificazioni » e poi dell’attività esterna dei pastori e dei fedeli. La collaborazione con Gesù per la salvezza delle anime trova il suo centro più profondo nella preghiera e nel sacrificio, appunto perchè Gesù stesso ha redento il mondo, in modo precipuo, con la preghiera ed il sacrificio. 

Infatti, Gesù ci ha salvati non solo con l’attività esterna di predicazione, di educazione, d’istituzione e di amministrazione dei sacramenti, ma anche con l’obbedienza e il silenzio della sua vita nascosta, con la preghiera di cui tante volte ci parla espressamente il Vangelo e soprattutto col sacrificio della Croce, nel quale culminò tutta la sua opera redentrice [...]. In prima linea sta quindi il cosiddetto « apostolato interiore » della preghiera e dell’immolazione; su questo poi si fonda l’apostolato esterno dell’azione, che trae la sua forza e la sua efficacia dal primo. 

2 - […] Quanto più la nostra azione parteciperà a quel che di più profondo e fecondo è nell’opera di Cristo, tanto più sarà efficace; questo si raggiunge appunto mediante la preghiera e il sacrificio abbracciato con generosità e costanza in unione al sacrificio di Cristo, per la salvezza delle anime. Ecco perchè la Chiesa - pur riconoscendo l’urgenza dell’apostolato esterno - continua a volere ed a sostenere quelle forme di vita contemplativa che si dedicano all’apostolato interiore […].

Ma perchè l’apostolato interiore possa essere realmente il più fecondo, l’anima che vi si dedica deve alimentare in sè una viva fiamma apostolica, come voleva S. Teresa d’Avila [...]. L’ideale apostolico deve spingere l’anima ad abbracciare con piena generosità una vita di continua immolazione nascosta, onde farne un potente mezzo di salvezza per i fratelli, e deve, d’altra parte, spronarla a progredire rapidamente nel cammino della santità per diventare presto tale da ottenere da Dio tutte quelle grazie che desidera per la Chiesa. [...] Più un’anima è santa, più esercita un profondo influsso nella Chiesa. 

Colloquio - « Esser tua sposa, Gesù, essere, per la mia unione con te, madre delle anime, questo dovrebbe bastarmi […]. 

« Comprendo che l’amore soltanto fa agire le membra della Chiesa, che se l’amore venisse ad estinguersi, gli apostoli non annunzierebbero più il Vangelo, i martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue... Comprendo che l’amore racchiude tutte le vocazioni, che l’amore è tutto; che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola, che l’amore è eterno!

« O Gesù, Amor mio, finalmente ho trovato la mia vocazione: la mia vocazione è l’amore! Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me l’hai dato Tu, mio Dio! Nel cuore della Chiesa, che mi è madre, io sarò l’amore; così sarò tutto, così il mio sogno sarà realizzato! » (T.G.B. St. p. 236 e seg.). 

O Signore, solo l’amore darà valore alla mia preghiera, darà efficacia alle mie povere opere, mi renderà generoso nell’abbracciare ogni genere di mortificazione e di penitenza che la fedele osservanza della mia regola continuamente mi offre ed esige, ogni occasione di sacrificio che le circostanze concrete della vita mi presentano. Dammi, o Signore, te ne prego, questo amore, affinchè, in seno alla Chiesa ed in unione con te, io possa esercitare un fecondo ed efficace apostolato. « Un pochino di puro amore è più prezioso al cospetto di Dio... ed apporta maggiore utilità alla Chiesa di tutte le altre opere unite insieme » (G.C. C. 29, 2). Come vorrei, o mio Dio, avere questo « amore puro »! Come desidero spogliarmi generosamente di ogni egoismo, di ogni amor proprio, come desidero dimenticarmi totalmente per giungere a possedere un amore tanto efficace per la Chiesa e per le anime! 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].

Pensiero del giorno

Bisogna guardar le cose con l'occhio della fede e dell'eternità, della gloria di Dio e della salute degli uomini. Chi si ferma alla vita presente e alla terrena felicità, non riuscirà mai a intendere i disegni di Dio, che volle assoggettarci alla prova quaggiù per ricompensarci poi nel cielo. Tutto è subordinato a questo fine, non essendo i mali presenti che un mezzo per purificarci l'anima, rinsaldarla nella virtù, e farci acquistare dei meriti; ogni cosa poi per la gloria di Dio che resta il fine ultimo della creazione.


[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928].

sabato 5 aprile 2025

Comunione sacramentale

Per fare una buona comunione due condizioni sono necessarie ed anche sufficienti: lo stato di grazia e la retta intenzione. [...] Ha retta intenzione colui che riceve la santa comunione per soddisfare al desiderio del Signore, per unirsi più intimamente con Cristo, o per trovare nella comunione un rimedio contro le proprie debolezze e miserie. [...] Per ricavare, tuttavia, frutti più abbondanti dalla comunione, è necessario [...] accostarsi alla mensa eucaristica con grande fede, con profonda umiltà e compunzione del cuore, e con vivo desiderio di ricevere Cristo e di unirsi più intimamente a lui. A misura che queste disposizioni sono più perfette, anche il Sacramento produce frutti più copiosi. Donde la necessità di una buona preparazione, prima di fare la santa comunione, di un grande raccoglimento nel riceverla, e di un fervido ringraziamento, dopo averla ricevuta. 

[...] L’effetto proprio della santa comunione è di essere il soprannaturale cibo dell’anima, e di effettuare l’unione con Cristo e con i membri del corpo mistico di Cristo. Una buona comunione aumenta la virtù infusa della carità (effetto primario del sacramento dell’altare), e quindi anche la grazia santificante, nonché le virtù infuse ed i doni dello Spirito Santo, connessi con la grazia e la carità. Dà inoltre un diritto costante a ricevere, nel momento opportuno, speciali grazie attuali per raggiungere l’effetto proprio del sacramento, ossia per frenare il soverchio amore di se stesso, per nutrire l’amore di Dio, Padre nostro, e del prossimo amato in Dio, e per divenire sempre più simili a Gesù Cristo, sacerdote e vittima. Secondo una sentenza ben fondata, la comunione produce anche una disposizione stabile, che medica la piaga dell’egoismo, tanto profonda nella natura decaduta. A motivo di questa cura speciale di Cristo, per chi si è nutrito della sua Carne e del suo Sangue, l’Eucaristia preserva dal peccato, ed è pegno della gloria futura e della risurrezione della carne. Se, durante i momenti che seguono immediatamente la comunione, colui che si è comunicato è attento alla presenza di Cristo, e si applica a porre con fervore gli atti di amore del Signore, ai quali, in virtù del Sacramento, viene incitato, la comunione ha anche per effetto un vero rifocillamento dell’anima, ed una gioia, che alle volte è anche sensibile. Mediante questi atti (i quali tuttavia, a cagione di distrazione o di ignavia da parte del soggetto, alle volte non seguono), la santa comunione è anche causa indiretta della remissione dei peccati veniali, sufficientemente ritrattati negli atti ai quali eccita, e di una parte delle pene ancor dovute per le colpe già rimesse. Il Concilio di Firenze compendia gli effetti della comunione dicendo che produce una alimentazione spirituale simile a quella corporale, prodotta dal cibo e dalla bevanda comuni, ossia che sostiene, aumenta, ripara e conforta (Denz. 698). 

[...] Il momento più indicato per ricevere la santa comunione [...] è durante la santa Messa, dopo la comunione del sacerdote (Pio XII, Enc. Mediator Dei, del 20 novembre 1947 [...]). Le preghiere della S. Messa, recitate con attenzione e fervore, sono molto adatte per eccitare le disposizioni, che debbono animarci al momento di ricevere la santa comunione. 

Il ringraziamento, dopo la santa comunione, deve, innanzi tutto, consistere in fervidi atti di amore per Dio, in un colloquio intimo con Cristo, ed in una dedizione totale di se stesso al servizio del Signore, utilmente concentrata in un proposito particolare, di immediata applicazione pratica. Il tempo del ringraziamento è anche il momento più opportuno per domandare al Signore grazie di unione intima con lui e di perseveranza, e per raccomandare persone o intenzioni speciali, nonché i bisogni generali della Chiesa e delle anime. Chi non avesse la possibilità di rimanere, dopo la santa comunione, un quarticello d’ora in chiesa, potrebbe fare il ringraziamento recandosi all’ufficio, alla scuola o al lavoro. È anche opportuno ripensare, durante il giorno, al grande dono della santa comunione ricevuta la mattina, e rinnovare allora i sentimenti di gratitudine e di totale dedizione di se stesso a Dio. [...]

[Brano tratto da "Dizionario di Teologia Morale", voce “Comunione” scritta da Dom Gregorio Manise, O.S.B., Editrice Studium, 1957]. 

Pensiero del giorno

Oh quanto è cara a Gesù Cristo un'anima che patisce e l'ama! Oh dono divino, dono sovra ogni dono! amare patendo e patire amando.


(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa)

venerdì 4 aprile 2025

Dobbiamo restare fedeli al Magistero perenne della Chiesa

Pubblico alcuni brani di un'e-mail che mi ha scritto un cortese lettore.


Buonasera,

non conosco il suo nome, ma sono capitato sul suo blog oggi mentre ero in una sala d'attesa. Ho letto alcuni dei suoi post sul blog e anche su telegram. Mi ritrovo molto in quello che scrive, nell'idea di Chiesa e di fede cristiana che professa e difende. Si tratta della fede e della Chiesa cattolica né più né meno, ma nella confusione di oggi, trovare una voce che le esprima con tanta sincerità e verità è molto raro e difficile a trovarsi. La maggioranza dei cattolici è contaminata dal veleno del modernismo, come lei ben scrive. [...]

La saluto cordialmente nei cuori di Gesù e Maria.

(Lettera firmata)


Caro fratello in Cristo,

la ringrazio per le gentili parole di apprezzamento che ha voluto rivolgere al mio blog e al mio canale telegram. Sì, in effetti ci tengo molto a restare cattolico per tutta la vita fino all'ultimo respiro. Per ottenere questo risultato, senza sbandare da un punto di vista dottrinale, è necessario restare fedeli agli insegnamenti del Magistero perenne della Chiesa, custodendo con cura tutto ciò che è stato creduto ovunque, da sempre e da tutti ("Quod ubique, quod semper, quod ab omnibus", per usare le parole di San Vincenzo di Lérins).

La saluto nei Cuori di Gesù e Maria.

Cordialiter

Consigli di Don Bosco ai confessori

Dagli scritti di San Giovanni Bosco.

Accogliete con amorevolezza ogni sorta di penitenti, ma specialmente i giovanetti. Aiutateli ad esporre le cose di loro coscienza; insistete che vengano con frequenza a confessarsi. È questo il mezzo più sicuro per tenerli lontani dal peccato. Usate ogni vostra industria, affinchè mettano in pratica gli avvisi che loro suggerite per impedire le ricadute. Correggeteli con bontà, ma non sgridateli mai; se voi li sgridate, essi non vengono più a trovarvi, oppure tacciono quello per cui avete loro fatto aspro rimprovero.

[…]

Quando si è richiesti ad ascoltare le confessioni, a ciascuno si presenti con animo ilare, e non si usi mai sgarbatezza, nè mai si dimostri impazienza. I fanciulli si prendano con modi dolci e con grande affabilità. Non mai si strapazzino, nè si facciano le meraviglie per l'ignoranza o per le cose deposte in confessione. Qualora si vedesse necessità in qualcuno di essere istruito, esso sia invitato in tempo e luogo adattato, ma a parte. Le cose che ordinariamente mancano nelle confessioni dei fanciulli sono il dolore dei peccati ed il proponimento. Quando manca l'una o l'altra di queste qualità causa l'ignoranza, si consigli il fanciullo ad istruirsi frequentando il catechismo o studiando la dottrina stampata, se egli è capace di leggere e comprendere quel che legge. 

Pensiero del giorno

Chi ama Dio, ama anche il prossimo; e chi non ama il prossimo, neppure ama Dio.


(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa)

giovedì 3 aprile 2025

La devozione verso le anime del purgatorio fa praticare la virtù con grande perfezione

[Brano tratto da "Il mese di novembre santificato, ossia la divozione verso le anime del Purgatorio promossa per via di brevi considerazioni e scelti esempi",  Tipografia dell'oratorio di San Francesco di Sales, 1869].


La perfezione della carità cristiana consiste nell'amor di Dio e del prossimo, su questo duplice amore, come su due cardini il mondo, s'aggira la perfetta virtù; basterà quindi che siamo costanti nella devozione verso le anime del purgatorio per divenire gran santi. Basterebbe, d'altra parte, la fede sviluppata e trattenuta da questa devozione a sollecitare di continuo la nostra volontà alla pratica della virtù. Pare quindi superfluo insistere maggiormente sull'influenza, che la nostra carità per i morti esercita sul progresso spirituale dell'anima. Faremo nondimeno una considerazione non del tutto inutile: le qualità che devono accompagnare la devozione verso le anime purganti sono quelle stesse della vera pietà e della vita interiore, e per tale modo il cristiano fervente vi trova il mezzo di giungervi senza fatica e quasi a sua insaputa alla vita tanto sublime e difficile a pervenirvi. Qual è infatti la prima condizione della vera e soda pietà? L'umiltà, senza la quale le nostre migliori azioni non sono accette al Signore. Or bene, questa virtù accompagna necessariamente tutto ciò che facciamo in favore delle anime sante. Qui niente alimenta l'amor proprio; ed i risultati che si ottengono, quantunque superiori ad ogni nostro pensiero, nulla hanno di sensibile, e per conseguenza nulla può attirare gli altrui sguardi. La devozione per i morti fa diventare abituale la pratica del rinunciare a noi stessi e dello spogliarci di noi; la qual cosa è pure fondamento indispensabile della pietà cristiana. Per essa ci troviamo eccitati costantemente alla perfetta abnegazione di noi medesimi, a sacrificare le soddisfazioni e le indulgenze acquistate, per farne dono ad anime da noi forse mai conosciute, nella cui scelta ci lasciamo condurre dal beneplacito di Dio. Inoltre, la carità, ponendoci di continuo innanzi le pene rigorose serbate a colpe leggere e l'obbligo di espiarle, ci eccita a purificarci dalla minima macchia, per esimerci da così terribili tormenti, e porci in grado di divenire più utili ai defunti che vogliamo soccorrere: Finalmente il pensiero frequente delle anime purganti c'infonde lo spirito di sacrificio e di compassione, utili per combattere la negligenza e la tiepidezza, tanto nocive alla pietà; ci fa acquistare le disposizioni abituali che indeboliscono lo spirito del mondo, e sviluppano in noi la vita soprannaturale della grazia. Per tal modo arriviamo, quasi con certa simpatia, ad avere gli stessi sentimenti delle anime per le quali ci impegniamo: sentimenti di umiltà, di contrizione, d'amore, di confidenza e di rassegnazione. Chi può dire che avverrà dopo d'aver tenuto sott'occhio per anni ed anni tali modelli di pazienza nei patimenti, di dolore d'aver offeso Dio, e di desiderio ardente d'essergli eternamente uniti? Quale trasformazione non si opererà in noi, e quanto non sarà vero il dire che divenendo «uomini misericordiosi facciamo del bene all'anima nostra!»

Vogliono prepararci alla guerra

Sui media asserviti al regime culturale plutocratico-gender-globalista i professionisti della disinformazione stanno continuando senza alcun ritegno a spacciare a piene mani numerose fake news. Sono gli stessi sedicenti giornalisti che al tempo della pandemia dicevano che il virus SARS-Cov-2 si combatteva efficacemente con i banchi a rotelle, il paracetamolo e la vigile attesa. Adesso i pennivendoli di regime vanno dicendo sui giornali e alla tele che, invece di costruire strade, ferrovie e nuovi ospedali, dovremmo spendere centinaia di miliardi di euro per armarci fino ai denti, altrimenti verremo invasi e costretti ad adottare l’alfabeto cirillico. Ma ormai una fetta della popolazione occidentale ha aperto gli occhi e non crede più all'impressionante cagnara di menzogne spacciate dalla propaganda di regime.